Ornette Coleman, il sassofonista e compositore considerato uno dei più potenti innovatori del jazz, si è spento nella sua casa a Manhattan all’età di 85 anni. Secondo quanto riferito dai familiari, la causa del decesso sarebbe un arresto cardiaco. “Grazie al suo esempio – come viene evidenziato sul New York Times – tra la fine degli anni cinquanta e i primi anni sessanta, il jazz si sganciò dalle regole dell’armonia e del ritmo, e guadagnò una maggiore distanza dal repertorio delle grandi canzoni americane”.
Un’artista a 360 gradi, la cui grandezza lo portò ad essere definito il “musicista filosofo”. Nato il 9 marzo 1930 a Forth Worth, in Texas, si avvicinò alle orchestre di rhythm’n’blues e bebop già alla fine degli anni ’40 distinguendosi per il suo approccio poco ortodosso e originale. Il suo disco d’esordio fu “Something else!!! The music of Ornette Coleman” con il quale si presentò al mondo nella sua rivoluzione della struttura armonica dei brani, peculiarità che è possibile trovare anche nei successivi Tomorrow is the question!, The shape of the jazz to come, Change of the century.Fu però con “Free jazz: a collective improvisation” che Coleman entra nella storia avviando un vero e proprio movimento musicale. Dagli anni ’70 in poi si cimentò nelle sperimentazioni del mondo elettronico, rock e funk. L’ultimo lavoro, “Sound Grammar” fu pubblicato nel 2006 e l’anno successivo ricevette il premio Pulitzer per la musica.