Neppure la fantasia prodigiosa di Federico Fellini poteva immaginare un concerto hi-tech. Quarant’anni usciva nelle sale il film “Prova d’orchestra” e stasera un evento musicale supera in creatività il più visionario dei registi italiani. Si chiama RoDyMan (acronimo di Robotic Dynamic Manipulation) il robot che stasera dirigerà l’orchestra del Conservatorio “Martucci” di Salerno nella splendida cornice del Belvedere di Ravello. “Burattino senza fili – Automi, Robot, Intelligenze artificiali” è il titolo dell’evento di stasera tra scienza, musica e spettacolo al centro del secondo appuntamento scientifico curato da Città della Scienza nel Ravello Festival. Robotic Dynamic Manipulation è un progetto nato nel 2013 grazie all’assegnazione da parte del Consiglio Europeo della Ricerca di un Advanced Grant al professor Siciliano. Il Robot è stato realizzato dal Prisma Lab, il laboratorio di robotica della Federico II. L’eccezionale evento, che ha attirato l’attenzione di un pubblico particolarmente numeroso e la curiosità dei principali “media”, si preannuncia come un gustoso antipasto di “Aspettando #MFR19“, la settima edizione di Maker Faire Rome – The European Edition, in programma dal 18 al 20 ottobre alla Fiera di Roma.
Tecnologia umanizzata
La grande kermesse dell’innovazione tecnologica, organizzata da Innova Camera, azienda speciale della Camera di Commercio di Roma, vedrà quest’anno – tra le altre attrazioni – una vastissima sezione dedicata ai robot e alla robotica curata dal professor Bruno Siciliano, ordinario di Automatica all’Università di Napoli Federico II e Direttore del Centro di Chirurgia Robotica Icaros. Ed è proprio Siciliano l’ideatore di RoDyMan, il Robot-direttore d’orchestra che stasera, nell’ambito del Ravello Festival, dimostrerà la propria capacità di conduzione grazie ai sensori applicati al maestro Massimiliano Carlini dell’Ensemble Strumentale del “Martucci”, che eseguirà un pezzo di Bach. Nella trama del film di Fellini, la prova d’orchestra del titolo è declinata nel linguaggio onirico. All'interno di un antico oratorio si svolgono le prove di un concerto sinfonico. Gli strumentisti arrivano a gruppetti e prendono posto. Ci sono anche, in un angolo, i rappresentanti sindacali. Un giornalista televisivo intervista i musicisti: ognuno parla del suo strumento e delle sue esperienze. All'arrivo del maestro, che si esprime con spiccato accento tedesco, la prova inizia con calma. Poi all'improvviso si interrompe per le proteste degli orchestrali. Il direttore abbandona la sala per il suo camerino dove lo segue il giornalista per intervistarlo. Intanto nell'oratorio è la rivoluzione: tutto viene contestato, dal direttore agli spartiti; l'anarchia e il disordine regnano, con le pareti imbrattate da scritte e simboli di rivolta. D'un tratto l'edificio inizia a tremare, scosso da colpi sempre più forti finché una gigantesca palla di acciaio non sfonda i muri, e nel crollo muore l'arpista. Dopo momenti di confusione e grida di terrore torna il silenzio e la prova riprende. Di nuovo sul podio, il direttore d'orchestra impartisce i suoi ordini, come un dittatore.