Il maltempo in Emilia Romagna non è ancora finito e dalla mezzanotte di questa sera torna l’allerta in parte della regione. I temporali continueranno anche nella mattinata di domani.
Torna l’allerta rossa
Dalla mezzanotte di venerdì 26 maggio sarà attiva nel territorio del comune di Ravenna l’allerta meteo numero 72 emessa dall’Agenzia regionale di protezione civile e da Arpae Emilia-Romagna. L’allerta è rossa per criticità idraulica e gialla per temporali. Nelle prime ore di sabato 27 sono previste condizioni favorevoli allo sviluppo di temporali forti, con possibili effetti e danni associati, più probabili sulle zone di pianura.
Sono possibili localizzati incrementi dei livelli idrometrici nei corsi d’acqua del settore centro-orientale, ancora interessati da criticità idrauliche generate dalle piene precedenti. Permangono condizioni di criticità idraulica rossa anche nella pianura ravennate e forlivese, per la difficoltà di smaltimento delle acque esondate dai corsi d’acqua, che gravano sul reticolo secondario e di bonifica, interessato ancora da livelli idrici elevati, anche in considerazione dei possibili temporali previsti.
In Emilia Romagna, infatti, “la situazione è ancora molto difficile, ci sono intere porzioni di territorio sotto acqua e in cui non sono ancora compiutamente decollate le operazioni di ripristino di condizioni normali”. La conferma arriva dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi intervenendo al dibattito “Serve una svolta nelle politiche d’immigrazione” al Festival dell’Economia di Trento.
Sindaco di Forlì: “Nessuna allerta sanitaria al momento”
Sull’onda delle raccomandazioni diffuse dalla Regione Emilia-Romagna per prevenire il rischio sanitario nelle zone alluvionate, il Sindaco di Forli’, Gian Luca Zattini, sottolinea che “siamo in stretto contatto con le autorità sanitarie di distretto per tenere monitorata la gestione dell’emergenza anche dal punto di vista igienico sanitario. È importante però sottolineare che, anche nelle zone più colpite dall’alluvione, non ci sono particolari rischi infettivi ed epidemici e che stiamo intervenendo, soprattutto nelle aree di accumulo di detriti e materiale alluvionato, con le azioni opportune, quali ad esempio derattizzazione e controllo degli agenti infestanti”.
Ditte specializzate, prosegue, “sono già sul campo per prevenire l’emergere di situazioni di rischio e salvaguardare la salute pubblica. Gli interventi saranno ripetuti ogni qualvolta si renda necessario per tutelare i cittadini e la qualità dell’ambiente urbano.”
Sotto il profilo della prevenzione, il sindaco Zattini si unisce all’appello lanciato dalla Regione e suggerisce “di proteggersi durante le operazioni di sgombero e pulizia, di non esporsi a situazioni a rischio e di non compiere azioni o manovre che possano compromettere la propria sicurezza o quella di altri volontari”.
Evacuazioni a Conselice
La sindaca di Conselice, Paola Pula, “in accordo con la giunta e sentiti i capigruppo, ha appena firmato un’ordinanza che impone ai cittadini delle zone ancora allagate di lasciare le proprie abitazioni per motivi igienico sanitari”. Lo rende noto l’ente locale dopo l’alluvione che ha colpito l’Emilia-Romagna.
La misura si è resa necessaria viste le difficoltà di smaltimento delle acque dall’abitato di Conselice, dovuta alle grandi quantità di acqua presente sul territorio. La pericolosità della situazione è legata strettamente, e unicamente, al contatto con le acque stagnanti.
“Il nostro unico obiettivo è quello di salvaguardare la salute e la sicurezza delle persone – dice la sindaca Paola Pula – Siamo in una situazione difficile ma, insieme, ne usciremo e voglio ringraziare tutti coloro che stanno lavorando incessantemente per questo. Al momento non ci sono emergenze sanitarie ma il ristagno dell’acqua, il mancato funzionamento delle fognature, le possibili interruzioni nell’erogazione dell’acqua potabile, la presenza di rifiuti non smaltiti, rendono rischioso permanere nell’abitato ancora allagato”.
Ordine degli ingegneri al lavoro a Firenze
Undici ingegneri dell’Ordine degli Ingegneri di Firenze stanno lavorando a titolo gratuito per effettuare la mappatura e la mitigazione degli oltre 200 eventi franosi che si sono verificati nei comuni dell’alto Mugello. Il maltempo che negli ultimi giorni si è ripercosso sulla zona ha infatti provocato numerose frane, che stanno provocando danni ingenti.
Gli ingegneri della commissione territoriale Mugello dell’Ordine operano insieme ad altri quattro ingegneri della Commissione della Protezione Civile. Il loro intervento si affianca a quello dei tecnici comunali di Firenzuola, Palazzuolo sul Senio e Marradi, e a quello dei geologi e i geometri presenti sul campo. I lavori sono incominciati lo scorso martedì e proseguiranno per tutta la prossima settimana: le squadre, composte da 2 o più ingegneri, compilano delle schede di indagine cosi’ da indirizzare gli interventi in corso di esecuzione.
Dj Marco Fiori al fianco dei soccorritori
Per un’intera settimana gli staff delle discoteche del Ravennate sono scesi in strada al fianco dei soccorritori. “Questa terribile alluvione, per lo spirito di solidarietà che ha unito tante nostre comunità, mi ha un po’ ricordato i giorni tormentati del Covid ma, a differenza dei mesi della pandemia, non eravamo impotenti ed ingabbiati tra quattro mura domestiche. Questa volta, per fortuna, potevamo dare una mano e nessuno, alla fine, si è tirato indietro”: parola di Marco Fiori, vocalist ravennate che, a nome di tutti i lavoratori del mondo della notte, nei giorni tragici dell’alluvione, ha voluto sottolineare l’impegno tenace e costante di vocalist, pierre e deejay.
“A spalare nel fango c’eravamo tutti – ricorda – ho visto con i miei occhi gli staff di tante discoteche del territorio, ragazzi e ragazze con la vanga in mano, tutti impegnati fino allo stremo ad arginare l’emergenza. Troppe volte l’opinione pubblica è abituata a considerare quello delle discoteche come un mondo consacrato solo al divertimento e ai valori dell’effimero. E, invece, questi giorni difficili hanno dimostrato esattamente il contrario”. Nei pugni, al posto del microfono, i boccagli delle idrovore e i lampeggianti delle sirene dei pompieri, per una volta, hanno sostituito le luci psichedeliche delle discoteche.
Fiori: ” Le gravi catastrofi ci rendono persone migliori”
“Ho visto i lavoratori del Matilda, del Bbk, dell’Enrg e di molti altri locali del Ravennate lavorare incessantemente in strada giorno e notte per difendere le case di persone che neppure conoscevano – prosegue Fiori – ecco perchè, come ho scritto ieri sui miei social, le gravi catastrofi possono anche distruggere i nostri beni materiali ma, alla fine, se non altro, ci rendono persone migliori”.
Lo scolo Fagiolo
Marco Fiori, in particolare, ha presidiato per un’intera settimana lo scolo Fagiolo, un rigagnolo d’acqua a due passi dal cimitero che, per una strana congiuntura morfologica, ad un certo punto, è diventato uno spartiacque fondamentale per i destini di Ravenna. Sul posto, non a caso, hanno lavorato decine di uomini dei vigili del fuoco e della protezione civile provenienti anche dal Veneto, dal Friuli e dalle Marche e ci sono volute ben otto idrovore per scongiurare un’esondazione che, alla fine, avrebbe travolto gran parte del centro di Ravenna. “Fino a dieci giorni fa – racconta Marco – lo scolo Fagiolo era un fosso anonimo senza alcuna importanza con una chiusa semi-distrutta del 1949. E, invece, in quell’invaso sono confluite tutte le acque dell’area periferica di Fornace Zarattini. Per questo, giovedì scorso, ho subito segnalato al distaccamento dei pompieri del porto quello che stava accadendo, ovvero l’innalzamento progressivo della superficie dell’acqua e il rischio di un ulteriore tragico allagamento. Oggi possiamo dirlo: senza quel baluardo, i danni nel centro di Ravenna sarebbero stati ancora maggiori. Per questo, mi sono messo a disposizione per quasi una settimana, lavorando al fianco dei soccorritori e seguendo, ora dopo ora, l’evolversi di una situazione che, ad un certo punto, sembrava drammatica perché le abitazioni erano a 50 metri dal fosso e, senza il lavoro incessante di tanti uomini, molte di quelle case sarebbero finite sott’acqua”. Il day after, almeno in questa porzione di Ravenna, è quello del “pericolo scampato”.
Giovani che aiutano
Ciò che resta adesso è il fango e quella solidarietà che nessuno, da queste parti, dimenticherà facilmente: “è stato davvero bellissimo vedere tanta gente scendere in strada con gli stivali e la vanga offrendo il proprio aiuto a chiunque ne avesse bisogno – conclude Marco Fiori – ed il fatto che molti di questi fossero giovani è un segnale che induce all’ottimismo ed abbatte dei luoghi comuni troppo spesso ingiusti. Il mondo della notte sarà anche il regno dell’effimero ma nessuno dimentichi che, quando si è levato un grido di aiuto, i primi a tendere la mano siamo stati noi”.
Fonte: Agi