Torna in carcere Pasquale Zagaria, ergastolano e fratello del capoclan dei Casalesi Michele. Il boss è stato trasferito questa mattina nel carcere di Opera a Milano, la struttura individuata dal Dap come luogo idoneo per la detenzione.
Coronavirus
Zagaria, malato da tempo, era stato posto ai domiciliari in casa di un familiare a Brescia per motivi legati all’emergenza Covid-19. L’ospedale di Sassari dove seguiva le terapie per la malattia, non era più in grado di prestargli le cure necessarie.
Il tribunale di sorveglianza di Sassari aveva però disposto un termine di cinque mesi alla misura dei domiciliari, che è scaduto lunedì. Il tribunale di Brescia, al quale i colleghi sardi avevano girato il fascicolo per competenza, hanno dunque ritenuto cessate le esigenze e riportato il boss in carcere.
Il giudice di sorveglianza di Sassari è lo stesso che ha poi sollevato questione di legittimità costituzionale contro il decreto Bonafede. Il decreto Bonafede è un atto con il quale il ministro della Giustizia ha previsto il ritorno in carcere dei boss scarcerati a causa dell’emergenza sanitaria
Michele Zagaria
Oltre a essere il capo del clan dei casalesi, Michele Zagaria viene considerato il “re del cemento” a livello nazionale. I suoi interessi, negli appalti pubblici e non, partono dalla Campania per estendersi fino al Lazio, la Toscana, l’Umbria, l’Abruzzo, la Lombardia e, in particolare, l’Emilia-Romagna. Secondo le ultime rivelazioni dell’antimafia di Bologna, il clan di Michele Zagaria comanda la rete degli affari relativi al cemento in Emilia-Romagna.
Vincenzo Inquieto, colui che aiutò Zagaria nell’ultimo periodo dei suoi 16 anni di latitanza, fino all’arresto nel bunker di via Mascagni a Casapesenna (Caserta) venne arrestato in Romania insieme al fratello Nicola nel 2018.