Anche sulla superficie del Sole esiste il pericolo dei tornado solari e questi possono presentarsi grandi quanto l’Europa. Grazie ad ricerca in via di pubblicazione sulla rivista Astronomy & Astrophysics e coordinata dall’Italia, con Mariarita Murabito, dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), e alla quale ha collaborato Marco Stangalini, dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) è stata ricostruita la loro origine.
La formazione dei tornado solari
I tornado solari sono giganteschi turbini di gas ad altissima temperatura che si estendono per migliaia di chilometri nell’atmosfera della nostra stella. Ma da cosa hanno origine? Questi sono prodotti da campi magnetici e durano alcune decine di minuti. Si possono osservare grazie ad Ibis (Interferometric Bidimensional Spectrometer) lo strumento dell’Inaf, installato presso il telescopio solare Dst (Dunn Solar Telescope) del New Mexico, negli Stati Uniti.
I risultati dello studio
“Le immagini raccolte – ha detto Murabito all’Ansa – ci hanno permesso di realizzare una tomografia tridimensionale dei campi magnetici che si attorcigliano all’interno dei tornado solari”. Questi tornado, precisano gli esperti, connettono strati diversi dell’atmosfera della nostra stella, agendo da canali per il trasporto di energia verso le regioni più esterne.
Perché studiare i tornado
Per Stangalini studiarli “è di fondamentale importanza per comprendere i meccanismi di riscaldamento degli strati più esterni dell’atmosfera e l’accelerazione del vento solare”, che ha una notevole influenza sulla Terra.