Il generale Kalifa Haftar ha accettato un cessate il fuoco in Libia a partire dalle sei di lunedì mattina. La decisione è stata presa al termine di un incontro che si è svolto al Cairo con il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi, uno dei principali sponsor nella contesa contro il governo di Fayez al Sarraj. Una “iniziativa del Cairo“, ha precisato Sisi in conferenza stampa, accanto ad Haftar che negli ultimi tempi ha registrato pesanti sconfitte nella campagna per conquistare Tripoli.
Le dichiarazioni di Sisi
Il presidente egiziano ha sottolineato che l’iniziativa fa appello al “rispetto degli sforzi internazionali” per la pacificazione in Libia e che “propone un cessate il fuoco a partire dalle 6 di lunedì 8 giugno 2020”. Haftar si è recato oggi al Cairo per incontrare uno dei suoi sponsor chiave, nella fase più difficile della sua offensiva su Tripoli, iniziata oltre un anno fa. Da quando la Turchia è scesa in campo in modo robusto a sostegno del governo riconosciuto, presieduto da Sarraj, le milizie del generale della Cirenaica sono state costrette a importanti ritirate, perdendo anche roccaforti sulla via della capitale.
L’operazione di Tripoli per liberare Sirte e Jufra
L’esercito del governo di Tripoli (Gna) ha lanciato oggi l'”Operazione percorsi di vittoria” per liberare le città di Sirte e di Al-Jufra dall’occupazione del sedicente esercito nazionale libico, guidato dal generale Khalifa Haftar. Lo ha reso noto The Libya Observer. “Oggi è il nostro ultimo appello. Non torneremo indietro dalla missione di ristabilire il controllo dello Stato sopra Sirte”, ha spiegato il portavoce militare, Mohammed Gounounu, alla tv Libya Al Ahrar precisando che “è stato impartito l’ordine di cominciare ad attaccare, avanzare e colpire forte tutti i covi ribelli a Sirte e al Washka”. Sono stati effettuati cinque raid aerei contro “veicoli militari del generale Khalifa Haftar e mercenari vicino a Sirte”, ha proseguito Gounounu che ha lanciato anche un ultimatum ai “ribelli” che combattono per Haftar, chiedendo loro di “arrendersi e di abbandonare le armi“. “Non avremo nessuna pietà e distruggeremo qualsiasi obiettivo che possa rappresentare una minaccia per la Libia”. Il messaggio è indirizzato a chi “si è armato con i terroristi e i mercenari a Sirte”. Ieri sera il portavoce del sedicente esercito nazionale libico, Ahmed Al Mismari, ha annunciato in conferenza stampa che “la battaglia in Libia non è più contro un esercito o per combattere il terrorismo ma piuttosto un Jihad (Guerra santa)”.