Una unità della Guardia di finanza ha aperto il fuoco contro un peschereccio tunisino che non si è fermato all’Alt e che, tentando di scappare, ha speronato una motovedetta italiana.
L’inseguimento del peschereccio
Il peschereccio “Mohanel Anmed“, dopo l’inseguimento in acque internazionali, è stato bloccato dai militari delle Fiamme gialle che lo hanno poi condotto in mattinata nel porto di Lampedusa, in provincia di Agrigento.
Il motopesca aveva calato, stando a quanto emerge dalla stampa locale, le reti a 9 miglia circa (in acque territoriali italiane) dalla costa dell’isola sicula.
Acque nazionali
Essendo entrato (forse non intenzionalmente) in acque nazionali, è scattato il controllo da parte della Guardia costiera e della Guardia di finanza. Intimato all’alt, il natante non solo non sì è fermato ma ha anche speronato una motovedetta italiana.
A quel punto è scattato l’inseguimento in acque internazionali, durante il quale, prima di abbordare il peschereccio, scrive Ansa, sarebbero stati esplosi anche diversi colpi.
Arresto
I colpi sono stati sparati in aria a scopo intimidatorio per costringere l’imbarcazione a fermarsi. L’episodio è avvenuto nella giornata di ieri. Sul motopesca, che era impegnato in una battuta all’interno delle acque territoriali italiane e che è stato sottoposto a sequestro, non c’erano migranti né droga o armi.
Il comandante del peschereccio, che si trova adesso a Lampedusa, è stato arrestato con le accuse di resistenza e violenza contro nave da guerra e rifiuto di obbedire a nave da guerra.