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La terra trema nel piacentino

Due scosse nel giro di poche ore: la prima ieri sera di magnitudo 3.3, l'altra questa mattina di 4.2

La zona del piacentino, dopo alcuni giorni di ripetute lievi scosse (magnitudo 1.7 e 1.9), ieri sera, alle 22.00, è stata colpita da una scossa di magnitudo 3.3, a Ferriere e questa mattina la terra ha tremato di nuovo, alle 11.42, con epicentro a Cerignale, questa volta la scossa è stata di magnitudo di 4.2. “Al momento non abbiamo segnalazioni di danni. Stiamo facendo tutte le verifiche”. Rassicura Rita Nicolini, direttrice dell’agenzia regionale di Protezione civile nell’Emilia-Romagna.

Terremoti: Ingv, nessuna sequenza sismica in corso

La zona del Piacentino è un’area di media pericolosità sismica, in cui storicamente non sono mai stati registrati terremoti di forte intensità. “Non sappiamo se ci saranno altre scosse, ma non c’è una sequenza sismica in corso. L’area interessata si trova a nord della Lunigiana e a sud-est dell’Appennino modenese, entrambe con una sismicità più attiva. Possiamo dire che in questa zona del piacentino non ci sono mai state scosse importanti, cioè almeno da 5.5 di magnitudo in su. La sismicità negli ultimi decenni si è sempre attestata su scosse di magnitudo 4.2-4.3″ dichiara Salvatore Stramondo, direttore dell’Osservatorio nazionale Terremoti dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv). “L’evento più rilevante della storia sismica dell’area, in termini di impatto materiale, è probabilmente quello di magnitudo 4.6 del 23 dicembre 1980 (un mese dopo il terremoto dell’Irpinia), che produsse qualche danno lungo la fascia appenninica della parte orientale della provincia di Piacenza, in particolare l’alta Val d’Arda e l’alta Val Nure. Le località più colpite furono Castell’Arquato, Morfasso e Carpaneto Piacentino. La scossa di questa mattina  – conclude Stramondo – è stata comunque avvertita su un’area piuttosto vasta, che comprende anche la parte orientale della Liguria e la Lombardia fino a Varese. Sono infatti arrivate segnalazioni all’Ingv della popolazione da Genova, La Spezia, la provincia di Parma e Pavia”.

Il racconto da Cerignale

“Uno spavento enorme. Una sensazione bruttissima, e già lo stato d’animo non è dei migliori. Si somma sconforto a sconforto”. Il sindaco del comune piacentino di Cerignale Massimo Cerignale racconta quanto vissuto durante il terremoto, in uno dei territori più colpito dal coronavirus. La scossa, che non avrebbe fatto danni, ha trovato gran parte delle persone in casa “e ha fatto saltare per un qualche momento tutti i meccanismi. Io sono uscito con i pochi dipendenti, per forza di cose per un momento il virus è passato in secondo piano“.

La testimonianza del vicesindaco di Ferriere

“Ero in comune collegato in videco conferenza – racconta il vicesindaco di Ferriere, Paolo Scaglia – e sono scappato fuori. Ho visto anche altra gente che era fuori di fronte al comune, senza mascherina, e li ho invitati a rientrare in casa. Sono un po’ scosso, ma per fortuna niente danni”, conclude il vicesindaco, che già ieri sera intorno alle 10 aveva fatto una prima perlustrazione in zona quando aveva avvertito una prima scossa. “Faccio le veci del sindaco, morto il 21 marzo scorso per coronavirus – racconta Scaglia all’Agi-. Si chiamava Giovanni Malchiodi e aveva 62 anni, nessuna patologia. Anch’io sono stato in quarantena perché avevo avuto dei contatti con lui: per fortuna- conclude – nessuna conseguenza, ma ho fatto ordinanza secondo la quale da qui si può uscire solo con la mascherina”.

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