La zona del piacentino, dopo alcuni giorni di ripetute lievi scosse (magnitudo 1.7 e 1.9), ieri sera, alle 22.00, è stata colpita da una scossa di magnitudo 3.3, a Ferriere e questa mattina la terra ha tremato di nuovo, alle 11.42, con epicentro a Cerignale, questa volta la scossa è stata di magnitudo di 4.2. “Al momento non abbiamo segnalazioni di danni. Stiamo facendo tutte le verifiche”. Rassicura Rita Nicolini, direttrice dell’agenzia regionale di Protezione civile nell’Emilia-Romagna.
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Il racconto da Cerignale
“Uno spavento enorme. Una sensazione bruttissima, e già lo stato d’animo non è dei migliori. Si somma sconforto a sconforto”. Il sindaco del comune piacentino di Cerignale Massimo Cerignale racconta quanto vissuto durante il terremoto, in uno dei territori più colpito dal coronavirus. La scossa, che non avrebbe fatto danni, ha trovato gran parte delle persone in casa “e ha fatto saltare per un qualche momento tutti i meccanismi. Io sono uscito con i pochi dipendenti, per forza di cose per un momento il virus è passato in secondo piano“.
La testimonianza del vicesindaco di Ferriere
“Ero in comune collegato in videco conferenza – racconta il vicesindaco di Ferriere, Paolo Scaglia – e sono scappato fuori. Ho visto anche altra gente che era fuori di fronte al comune, senza mascherina, e li ho invitati a rientrare in casa. Sono un po’ scosso, ma per fortuna niente danni”, conclude il vicesindaco, che già ieri sera intorno alle 10 aveva fatto una prima perlustrazione in zona quando aveva avvertito una prima scossa. “Faccio le veci del sindaco, morto il 21 marzo scorso per coronavirus – racconta Scaglia all’Agi-. Si chiamava Giovanni Malchiodi e aveva 62 anni, nessuna patologia. Anch’io sono stato in quarantena perché avevo avuto dei contatti con lui: per fortuna- conclude – nessuna conseguenza, ma ho fatto ordinanza secondo la quale da qui si può uscire solo con la mascherina”.