Con 375 voti a favore, 68 contrari e 7 astenuti, giovedì 16 aprile, la Camera bassa della Polonia ha inviato il progetto di legge contro “l’aborto eugenetico” alla Commissione Salute, Politiche sociali e famiglia, dove sarà ulteriormente discusso e messo a punto in vista dell’approvazione finale, che deve essere ancora calendarizzata.
Il voto del parlamento è arrivato dopo giorni di duro confronto tra i comitati promotori del progetto di legge e la maggioranza conservatrice da una parte e le femministe e i partiti progressisti dall’opposizione dall’altra. Malgrado le restrizioni dovute alla pandemia di Coronavirus, martedì le attiviste pro aborto hanno manifestato in piccoli gruppi davanti al parlamento.
Il disegno di legge vieterebbe l’aborto in uno dei pochi casi in cui è consentito in Polonia, ovvero dove i test prenatali mostrano un danno irreversibile al feto. Le altre condizioni preliminari che resteranno comunque in vigore sono l’incesto, lo stupro e i rischi per la salute materna.
Il presidente della Polonia Andrzej Duda ha detto che per il governo l’aborto eugenetico di bambini con malattie è un assassinio, sposando la linea dei comitati promotori dell’iniziativa di legge popolare. Le femministe e la sinistra accusano la maggioranza di aver approfittato della quarantena per portare avanti il testo, dal momento che le restrizioni proibiscono dimostrazioni di dissenso pubbliche. Ambienti della maggioranza spiegano però che le iniziative di legge popolari hanno un periodo prestabilito per essere discusse e che con l’approssimarsi delle elezioni politiche, in programma per il 10 maggio, il parlamento polacco era obbligato ad iniziare la discussione sul testo.
Soddisfazione arriva dalle associazioni cattoliche e laiche pro life. Il disegno di legge – che propone l’abrogazione delle misure che legittimano l’aborto eugenetico – è stato firmato da oltre 830.000 polacchi.
L’associazione di giuristi cattolici polacchi “Ordo Iuris” ricorda che la Costituzione polacca protegge la vita di ogni essere umano indipendentemente dall’età e che il 90% degli aborti eseguiti in Polonia sono per cause di sospetta malattia o disabilità del bambino.
Ordo Iuris ha preparato un’analisi legale che conferma che il disegno di legge non è solo pienamente conforme alla Costituzione polacca e internazionale ma abroga anche disposizioni giuridiche incompatibili con la Costituzione polacca. Il Tribunale costituzionale nel 1997 ha infatti ribadito che “il valore della vita umana che è un diritto legale tutelato costituzionalmente, compresa la vita nella fase prenatale del suo sviluppo”.
Inoltre, evidenziano ancora gli avvocati cattolici, l’obbligo di proteggere legalmente la vita umana deriva direttamente da accordi internazionali sottoscritti dalla Polonia, come il Patto internazionale sui diritti civili e politici (1966) o la Convenzione sui diritti del fanciullo (1989). Soprattutto quest’ultimo sottolinea fortemente la necessità di proteggere i diritti dei bambini non ancora nati. “Contrariamente alla falsa notizia spesso ripetuta – si legge nella nota dei giuristi cattolici -, nessun trattato internazionale obbliga la Polonia a legittimare l’aborto in alcun modo, nessun trattato implica nemmeno tale requisito”.
Ad ogni modo dalla Polonia arriva un segnale in favore per la vita che risponde anche alle recenti parole del Papa pronunciate alla veglia pasquale, con cui ha paragonato l’aborto alla guerra e al commercio di armi.