E'sempre più viva la discussione in casa Pd: al centro della convention di Areadem di Cortona c'è la ricostruzione del Centrosinistra dopo lo smacco delle politiche del marzo scorso e del flop alle regionali di qualche mese fa. E dal palco torna a parlare il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, per il quale c'è bisogno di un profondo rinnovamento per tornare a conquistare la fiducia degli elettori e, soprattutto, un confronto faccia a faccia con “il mostro della sconfitta”. Nei piani, nonostante le polemiche degli ultimi giorni, non c'è il cambio del nome del partito: “Lungi da me porre il tema del nome del partito – ha spiegato Zingaretti -, sono d'accordo con Gentiloni. Voglio fare il segretario del Pd, il resto sono caricature: denigrano chi esprime delle idee a prescindere dalle idee”.
Zingaretti: “Pd dev'essere partito forte sul web”
E' una dichiarazione d'intenti quella del governatore del Lazio, per il quale “il Pd deve essere mallevadore di nuove alleanze, non é vero che tutto ciò che non é Pd è nemico del Pd. Alleato è una bellissima parola”. Una parola che, però, non si sposa con i pentastellati: “Non voglio allearmi con il M5s, li voglio sconfiggere e parlare con chi ci ha abbandonato”. E Zingaretti sfida i Cinque stelle anche sul terreno del web, affermando di voler fare dei dem un partito “che nella rete sia il migliore e il più organizzato per combattere la sua battaglia delle idee”. E ancora: “Sulla battaglia per le europee siamo tutti d'accordo, certo che bisogna allearsi. Il congresso del partito ha senso se dice agli italiani 'venite a rigenerare un pensiero democratico. Siamo convinti che si può vivere meglio in Italia, come partito dobbiamo cambiare per essere più credibili”.
Un nuovo modello europeo
Per ora, Zingaretti resta l'unico candidato alla segreteria del Nazareno e insiste sulla necessità di “un nuovo riformismo con al centro il valore della persona, crescita ed equità per riconquistare il nostro popolo, produzione ricchezza e redistribuzione, un modello europeo diverso, con al centro la potenza della nuova generazione di italiani, i giovani che sono le prime vittime di questo pasticcio, a cui si nega un futuro possibile. Altro che prima gli italiani, gli italiani sono le prime vittime di Salvini”.