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Xylella: si alza la tensione

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È una lenta agonia quella che stanno subendo gli ulivi del Salento, di fronte alla quale la popolazione accusa le istituzioni di inerzia. Non basta che la Xylella abbia infettatto finora 22milioni di alberi, abbia devastato l'esportazione di olio e dato un colpo mortale all'economia del territorio, a rendere complicata la situazione ci sarebbero – l'accusa – anche i mancati interventi per far fronte all'annoso problema.

Emiliano invoca la ribellione

Ne parla stamattina il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, che in attesa del Consiglio dei Ministri di stasera che discuterà delle misure di sostegno all'agricoltura, accusa: “È inaccettabile la trasformazione del decreto legge antixylella e antigelate in disegno di legge. Questa decisione del Governo merita una ribellione civile di tutta la Puglia. Chiediamo allo stesso ministro Centinaio di non accettare questo oltraggio alla sofferenza della Puglia olivicola e di unirsi alla nostra protesta anche presentando le proprie dimissioni dal Governo“. “Se il Consiglio dei Ministri – aggiunge Emiliano – non varerà in forma di decreto legge urgente il provvedimento antixylella prevedendo un finanziamento adeguato, chiederò a tutti i lavoratori e a tutte le categorie produttive della Puglia di proclamare una sciopero generale ad oltranza per sostenere la battaglia degli olivicoltori pugliesi colpiti dalla Xylella e dalle gelate per ottenere il risarcimento dei danni e i capitali per procedere al reimpianto degli ulivi danneggiati“. Come ha spiegato ad In Terris Santo Ingrosso, “il problema è che gli alberi secolari hanno vincoli ambientali, per cui è vietato poter intervenire per estirparli, anche quando secchi e dunque paesaggisticamente nefasti”.

Le mobilitazioni

E intanto continua lo stato d'agitazione degli agricoltori. Coldiretti Puglia afferma in una nota che la situazione è aggravata “da errori, incertezze e scaricabarile che hanno favorito l'avanzare del contagio in Puglia con effetti disastrosi sull'ambiente, sull'economia e sull'occupazione”. A partire da stamattina gli agricoltori di Coldiretti presiedono ad oltranza nelle 3 province, con occupazione la sede della Provincia di Lecce, l'Ufficio provinciale della Regione Puglia e la Prefettura di Lecce, e a Brindisi e Taranto le sedi degli uffici provinciali della Regione Puglia di Taranto e Brindisi. I presidi dovrebbero proseguire per le intere giornate di domani 7 marzo e venerdì 8 marzo e gli organizzatori annunciano gesti simbolici e atti estremi per denunciare la gravità della situazione e la mancanza di risposte. Sabato 9 marzo a Lecce un corteo, guidato da Coldiretti e Unaprol, di agricoltori, vivaisti, frantoiani, commercianti, artigiani, cittadini, partirà alle 9 dal Foro Boario di Lecce fino ad arrivare in Piazza Sant'Oronzo, dove si incontreranno migliaia di agricoltori, frantoiani, vivaisti e rappresentanti della società civile guidati dal presidente di Unaprol David Granieri, dai presidenti della Coldiretti del Salento, dai rappresentanti di frantoiani e vivaisti e con l'incontro di esponenti Istituzionali.

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