“Abbiamo adottato nel comitato ristretto il testo unificato sulla modifica alla disciplina sui voucher, martedì lo porteremo in commissione Lavoro della Camera per farlo adottare e cominciare l’esame”. Lo ha annunciato il presidente della commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano. Il limite delle categorie di lavoratori che possono svolgere prestazioni di lavoro accessorio e quindi essere pagati in voucher varrà solo per le imprese con zero dipendenti e non anche per le famiglie. Le prime infatti potranno retribuire con questa modalità solo “disoccupati, pensionati, studenti under 25, disabili e soggetti in comunità di recupero e lavoratori stranieri provenienti da paesi extra Ue con permesso di soggiorno e disoccupati da oltre 6 mesi”. Vediamo le novità.
Tetto
Sia le famiglie che le imprese senza dipendenti dovranno attenersi a un tetto di spesa in voucher di 3 mila euro annui.
Limite
Le attività lavorative pagate in voucher, sia dalle imprese che dalle famiglie, “non potranno dar luogo a compensi superiori a 5 mila euro nel corso di un anno civile. Fermo restando il limite complessivo di 5 mila euro, le attività lavorative possono essere svolte a favore di ciascun singolo committente per compensi non superiori a 2 mila euro annui”. La situazione quindi potrebbe tornare a essere quella vigente prima del Jobs Act, che aveva portato il limite massimo del compenso che un lavoratore può guadagnare nell’anno in voucher da 5 mila a 7 mila euro. Resta invece invariato, sui 2 mila euro annui, il compenso massimo che un lavoratore può ricevere in voucher da un singolo committente.
Valore
Il valore nominale di un singolo voucher “è fissato in 10 euro per i committenti non imprenditori e professionisti, in 15 euro per gli imprenditori e i professionisti (che non abbiano lavoratori alle proprie dipendenze ndr)”.