“Un affettuoso augurio di buon lavoro a tutti i leader europei oggi in Italia per i 60 anni del Trattato di Roma”. E’ questo l’incipit dei saluti che Matteo Renzi porge dalla sua pagina Facebook alle 27 persone, tutte istituzioni europee, intervenute oggi nella Capitale alla cerimonia del sessantesimo.
“L’Europa – prosegue – è la più grande conquista politica del Ventesimo secolo. A tutti noi il compito di essere all’altezza del compito dei padri fondatori, rilanciando l’ideale e il sogno ma con la concretezza di chi crede nell’Europa del sociale, dell’associazionismo, del volontariato, degli artigiani e delle piccole imprese. L’Europa delle piazze, dei vicoli e delle periferie e non solo l’Europa dei palazzi. L’Europa che si occupa del lavoro e dell’immigrazione, non solo dei decimali e dell’austerità”.
“Viva l’Italia, viva l’Europa viva”, conclude Renzi.
Sulla pagina Facebook, gli risponde un suo “fan” con tono critico, scrivendo: “Ma non sei quello che si faceva riprendere a Chigi, dalle telecamere, senza la bandiera europea?”. Ma Renzi ha la risposta pronta: “Sì. Se tu mi hai seguito in questi mille giorni, io sono quello della scuola a Ventotene, del discorso alla Sorbona dopo il Bataclan, del rilancio sull’Europa della crescita durante il semestre, della visita a Ventimiglia e delle periferie di Bruxelles. Io credo all’Europa. E quando ci hanno fatto una polemica sui decimali nel giorno dell’ennesimo terremoto, ho reagito con una provocazione. Per me l’Europa non può essere lasciata in mano alla tecnocrazia. Sbaglio?”.