Via libera del Cdm al piano di miglioramento dei saldi di finanza pubblica al fine di scongiurare, in extremis, la procedura d'infrazione Ue sui conti. La commissione europea potrebbe far scattare la procedura di infrazione contro l'Italia già in settimana se la 'manovrina' licenziata non soddisferà le richieste di Bruxelles su deficit e debito pubblico. Il pacchetto approvato “si compone del disegno di legge di assestamento del bilancio 2019 che certifica una correzione di 6,1 miliardi di euro”. A questo si aggiunge il decreto legge salva-conti con misure urgenti che 'congela' i risparmi di quota 100 e reddito di cittadinanza – una somma pari a 1,5 miliardi – dovuti al numero di domande inferiori al previsto, che vengono anch'essi destinati alla riduzione del deficit, come peraltro già previsto dalle legge di Bilancio 2019. E' quanto si apprende da fonti di Palazzo Chigi, al termine del Consiglio dei ministri.
Pil cala al 2,04%
“Quest'anno l'indebitamento netto dell'Italia si ridurrà di 7,6 miliardi”, circa 0,4 punti, “rispetto alle previsioni del Def di aprile”, si legge nella nota del Ministero dell'Economia e Finanza. “I provvedimenti varati creano le condizioni per rendere ingiustificato l'avvio di una procedura per deficit eccessivo nei confronti dell'Italia”. Sul tema, si era espresso ieri anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che aveva espresso lo stesso parere del Mef: “Noi crediamo che la procedura di infrazione non abbia ragione di essere aperta”, ha detto il Capo dello Stato da Vienna. Con l'assestamento il rapporto deficit/ Pil stimato per il 2019 cala al 2,04% dal 2,4% previsto nel Def. Conferma il Mef: l'aggiustamento strutturale cui il governo punta con la correzione decisa oggi “sarà pari a oltre 0,3 punti percentuali di Pil”. La cifra rivista è la stessa raggiunta nell'accordo di dicembre con l'Unione europea, dopo che a settembre il governo aveva ipotizzato proprio il 2,4%. Ieri, L'Istat aveva certificato l'aumento dell'occupazione, salita al 59%, la più alta dal 1977.