Ora è ufficiale: l'Italia è fra i Paesi esclusi dalla lista di coloro ai quali saranno indirizzate le sanzioni americane in caso di prosecuzione dell'import di petrolio dall'Iran. Sanzioni che torneranno in vigore da oggi, a tre anni di distanza dallo stop imposto da Obama e in un clima piuttosto frenetico negli Stati Uniti, dove fervono le urne in attesa di conoscere quale sarà il risultato delle elezioni di medio termine. Il nostro Paese avrà dunque sei mesi di tempo per affrancarsi dai rapporti con Teheran, uno degli 8 “fortunati” (altri sono Cina, India, Turchia, Corea del Sud, Taiwan e Giappone) ai quali è stata concessa la delazione per tagliare i rapporti prima di ricevere le ritorsioni Usa in campo economico. A dare l'annuncio ufficiale è stato il Segretario di Stato americano Mike Pompeo, il quale ha diramato l'elenco nel quale è presente un solo altro Paese europeo, la Grecia.
La situazione in Iran
Dopo una settimana infuocata, con scambi di bordate a colpi di tweet stile Game of Thrones, la situazione a Teheran è sfociata nelle manifestazioni di piazza nella giornata di ieri, 39esimo anniversario della Crisi degli ostaggi del 1979, durante la quale l'ambasciata statunitense fu assaltata e occupata da giovani militanti iraniani. I cittadini della capitale si sono radunati sotto la sede che ospitava il corpo diplomatico americano intonando slogan contro il presidente Donald Trump e contro Israele, arrivando a bruciare una bandiera di entrambi gli Stati. Situazione non certo migliorata quest'oggi, con l'entrata in vigore delle sanzioni tornata ufficialmente effettiva: “Siamo in una situazione di guerra – ha commentato il leader del governo, Hassan Rouhani -. Siamo contro un nemico prepotente e dobbiamo rimanere uniti per vincere”. Ma non solo: il presidente dell'Iran ha paragonato la situazione attuale a quella vissuta durante il 1980, quando di fronte alla nascente repubblica dell'ayatollah Khomeini si contrappose il regime del vicino Iraq: “Ieri avevamo di fronte Saddam, oggi Trump. Non c'è differenza. Dobbiamo resistere e vincere”.
Durante il discorso di Rouhani alla tv nazionale, sono state mostrate le immagini di due diverse esercitazioni dell'aeronautica militare nel nord dell'Iran, durante le quali è stato abbattuto un drone attraverso il lancio di un missile terra-aria: “Oggi l'Iran è in grado di vendere autonomamente il proprio petrolio, e continueremo a farlo”.