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Vaccini: Lorenzin annuncia una legge per l’obbligo a scuola

Il governo è pronto presentare alle Camere una legge per rendere i vaccini condizione obbligatoria “per l’accesso alla scuola dell’obbligo“. Lo ha annunciato la ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, durante la trasmissione “Night Tabloid” di Rai 2. Il testo – inviato al premier Paolo Gentiloni e che sarà esaminato dalla prossima riunione del Consiglio dei ministri – prevede anche “un ampliamento delle vaccinazioni obbligatorie indicate dal nostro ministero”.

Il testo

Il ministro ha quindi precisato che “ovviamente non potrà essere approvato domani, perché necessiterà di approfondimenti e di una discussione anche da parte del ministero dell’Istruzione, per valutare se i tempi sono davvero maturi per fare una legge che ci riporti in sicurezza”. Con Valeria Fedeli, ha assicurato all’Ansa, in ogni caso c’è “da mesi un dialogo proficuo”. Lorenzin ha sottolineato di voler superare “la dicotomia tra vaccinazioni obbligatorie e raccomandate. Tutte le vaccinazioni che sono nel piano vaccinale approvato nei Livelli essenziali di assistenza sono necessarie per la salute delle persone, poi ce ne saranno un gruppo che saranno obbligatorie per l’accesso alla scuola dell’obbligo”. Ovviamente, ha precisato, “questa è una norma che può avere degli aspetti di complessità, per questo l’ho mandata alla presidenza del Consiglio. Spero che ci sia un approfondimento con il ministero dell’Istruzione, che ha il timore che venga leso il diritto all’accesso alla scuola. Ci saranno aspetti che andranno verificati ma credo che i tempi siano maturi per un dibattito su un livello più alto rispetto a quello che abbiamo avuto fino a oggi”.

Ripristino dell’obbligatorietà

L’obbligo di vaccinarsi per poter essere iscritto a scuola decadde nel 1999, dopo che per oltre trent’anni, e cioè dal 1967, era stato invece indispensabile per l’iscrizione. Di conseguenza oggi è possibile accedere all’istruzione anche senza essere vaccinati. Dopo 18 anni, l’obiettivo è dunque quello di ripristinare l’obbligatorietà a tutela della salute della popolazione. L’Emilia Romagna è stata la prima Regione ad aver approvato una legge sull’obbligatorietà delle vaccinazioni per poter frequentare gli asili nido. Successivamente, anche il comune di Trieste, la Regione Friuli Venezia Giulia e la Toscana hanno varato provvedimenti simili. La norma attuale prevede che se il certificato di vaccinazione non viene presentato, i bambini sono comunque ammessi alla scuola dell’obbligo e agli esami.

Evoluzione normativa

Il primo passo verso le nuove norme risale al 1994 su iniziativa della Corte Costituzionale. Dello stesso anno è la prima circolare del ministero della Pubblica istruzione, seguita a sentenze della magistratura che reintegravano alla frequenza scolastica alunni non vaccinati. Da allora il ministero ha emanato ogni anno circolari sul comportamento della scuola verso gli alunni non vaccinati. Nel luglio 1997 un parere del Consiglio di Stato ribadiva il divieto di ammettere a scuola gli alunni non vaccinati a tutela del diritto alla salute della collettività. Ma nel maggio ’98, l’ultima sanatoria dava agli alunni senza certificato il diritto di partecipare a scrutini ed esami.

Dati allarmanti

La decisione di tornare ora all’obbligatorietà a livello nazionale si basa anche sul dato allarmante relativo al calo delle vaccinazioni, sotto la soglia minima raccomandata dall’Organizzazione mondiale della sanità pari al 95% della popolazione. In Italia le profilassi attualmente obbligatorie sono quelle antidifterica, antitetanica, antipoliomelitica e antiepatite virale B. Tutte le altre sono volontarie, anche se il Sistema sanitario nazionale ne incentiva l’uso e la gratuità.

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