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Va in scena il matrimonio

La scelta della giunta comunale di mettere a disposizione nuovi spazi per i matrimoni, tra cui il teatro cittadino, arriva dalla richiesta delle coppie di sale più capienti e più facilmente raggiungibili, anche da chi ha problemi di deambulazione. Da qui l’apertura alle nozze del palcoscenico e della sala del teatro vercellese, oltre che di altri prestigiosi spazi che Vercelli può offrire: ad esempio Palazzo Centoris, elegante edificio su corso Libertà che possiede un cortile di concezione bramantesca. Oppure l’ex monastero di San Pietro Martire, nel contesto dell’antico ospedale di Vercelli appena risistemato, o ancora nel complesso di Santa Chiara, la cui manica medievale ospita già un Museo archeologico e la scuola comunale di musica Vallotti. Uno dei primi teatri in Piemonte a essere dotato di un impianto di illuminazione a gas (già nel 1855), il Teatro Civico di Vercelli era stato inaugurato nel 1815 per sostituire il Teatro dei Nobili, crollato nel 1798. Il progetto del nuovo teatro venne realizzato dall’architetto Nicola Nervi negli anni 1812-1815, ma solo nel 1842 l’edificio viene acquistato dal Comune di Vercelli, assumendo quindi l’attuale denominazione. Distrutta da un incendio nel 1923, la struttura è stata ricostruita con una grande platea e un solo ordine di palchi in luogo dei quattro del progetto iniziale. I lavori sono conclusi nel 1931, quando il teatro viene inaugurato con una rappresentazione dell’Aida di Giuseppe Verdi. Oggi ospita la stagione di teatro di prosa e viene utilizzato per concerti e conferenze.

In calendario

“È giusto dare alternative alle celebrazioni di matrimoni e unioni civili- spiega alla Stampa l’assessore Ombretta Olivetti, che ha proposto la delibera -; inoltre aiuta a promuovere le bellezze architettoniche che offre la nostra città». Dunque le nozze vanno in scena sul palco. Così il “sì” è davvero teatrale. Per la prima volta il Comune mette a disposizione per le cerimonie private il Civico, dove si esibirono Gassman e Pavarotti. Il Teatro Civico, ricostruito dopo un incendio nei primi anni del Novecento, ospita da sempre un ricco calendario di eventi, anche a carattere internazionale.

Riecheggiano le note

Gli invitati al matrimonio potranno rendersene conto ammirando, se il Comune lo concederà, il Museo del Teatro civico, allestito al primo piano dello stabile: un insieme di testimonianze di visite illustri a Vercelli, come quello di Daniel Barenboim, di Claudio Abbado o di Luciano Pavarotti, riferisce La Stampa.  Sposarsi sullo stesso palcoscenico calcato in passato da Vittorio Gassman o Giorgio Albertazzi. O dove hanno tenuto concerti un mostro sacro del jazz come Dizzy Gillespie o da poco, grazie al Viotti Festival, l’israeliano Avi Avital, uno dei più importanti mandolinisti al mondo. “Forse al momento del “sì” parrà ancora di sentirne riecheggiare le note- evidenzia La Stampa-.Il Comune di Vercelli ha deciso di mettere per la prima volta a disposizione il Teatro Civico per i matrimoni e le unioni civili. Se prima si poteva pronunciare il fatidico “sì” nella sala giunta del municipio, e in qualche altro spazio di proprietà comunale, ora quel momento si può condividere con parenti e amici anche all’interno della sala teatrale di via Monte di Pietà, con tutto il suo fascino di stemmi e velluti. Il Comune ha stilato un tariffario per sposarsi o unirsi civilmente sul palco: si parte da 800 euro per i residenti, se la cerimonia si svolge tra maggio e settembre, e si arriva ai 1.200 euro per i non residenti nel periodo ottobre-aprile”.

Le origini

L’idea della costruzione di un teatro dell’aristocrazia vercellese nasce durante il periodo della dominazione francese: Vercelli aumenta i suoi commerci, arricchendosi di palazzi e monumenti. La nascita del teatro è da collegarsi alla nascita di una Società di nobili cittadini vercellesi che con l’acquisto di un nuova area in Via Monte di Pietà affida all’architetto Nicola Nervi (il quale si era già occupato della ristrutturazione dell’antico Teatro dei Nobili) la progettazione di quello che costituirà il teatro in uso fino agli Anni ’20 “A decoro della Patria, svago dei cittadini e dei forestieri” come recitava la scritta apposta sulla facciata. Il teatro viene inaugurato il 4 luglio 1815 con l’opera in musica “Evelina”.  Da tale data fino agli Anni ‘40 prevalgono la lirica e la danza e non mancano gli spettacoli drammatici. Nel 1842 il teatro, dopo alcuni cambiamenti di proprietà, viene ceduto al Comune che, in modo più adeguato di un privato, può garantire la continuità e la qualità degli spettacoli. L’apertura nel 1872 del Teatro Fachinetti (il futuro Teatro Verdi) provoca una progressiva diminuzione dell’attività del Teatro Civico. Dal 1909, data in cui inizia la propria attività il Cinema Centrale e con la completa monopolizzazione da parte di Facchinetti della prosa teatrale, si assiste al declino del Teatro Civico e alla sua distruzione nel 1923 causata da un incendio doloso che rende inagibile il complesso.  Nel 1929 vengono iniziati i lavori conclusi il 18 ottobre 1931 con l’inaugurazione celebrata dall’opera Aida di Giuseppe Verdi. Il vero salto di qualità della produzione teatrale si ha però solo verso gli Anni ’60 quando inizia la collaborazione con il Teatro Stabile di Torino e successivamente con la fondazione “Circuito Teatrale” di Torino.

Palazzi prestigiosi

Dunque a Vercelli sarà possibile celebrare matrimoni o unioni civili in un luogo prestigioso come il palcoscenico del Teatro Civico, di proprietà comunale utilizzato per la stagione di prosa e per i concerti di musica classica. L'amministrazione ha aggiunto una serie di luoghi pubblici in cui è possibile unirsi civilmente, oltre alla tradizionale sala giunta, tra cui appunto il gioiello architettonico di via Monte di Pietà. Oltre al Civico, sono a disposizione dei futuri coniugi anche altri spazi, come l'ex monastero di San Pietro Martire, l'ex biblioteca per i ragazzi, l'ex monastero di Santa Chiara e Palazzo Centoris, un prestigioso palazzo in centro città che contiene al suo interno un cortile in stile bramantesco. Il costo per unirsi sul palcoscenico del Civico varia in base alla residenza dei richiedenti e al periodo in cui si celebrerà il matrimonio o l'unione civile: si va da un minimo di 800 euro ad un massimo di 1.200 euro. “È giusto dare alternative alle celebrazioni di matrimoni e unioni civili – affermano dall'amministrazione comunale -. Inoltre ci è sembrato giusto promuovere le bellezze architettoniche che offre la nostra città”

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