Mentre lo spread Btp-Bund apre stabile a 285 punti i conti pubblici italiani finiscono sul tavolo della Commissione europea per definire la road map dei prossimi passi da compiere nei confronti del nostro Paese.
Timori
Lo spauracchio è l'avvio di una procedura d'infrazione per deficit eccessivo. Più probabilmente il prossimo 5 giugno all'Italia, però, verrà richiesta una correzione dei conti come condizione per evitare l'iter. Ma una manovra correttiva è proprio quello che teme il governo Lega-Movimento 5 Stelle, arrivato a Palazzo Chigi con la promessa di misure espansive, assistenziali e di riduzione del carico fiscale. Secondo Bruxelles, tra il 2018 e il 2019 ci sarebbe stato uno scostamento finale dello 0,7% (circa 11 miliardi) rispetto agli obiettivi Ue. E questo a fronte di una richiesta di riduzione del deficit strutturale di 0,6 avanzata a maggio scorso dalla Commissione e di una promessa di taglio dello 0,3% fatta dall'Italia.
All'attacco
In un contesto già di per se teso si sono inserite le parole di Matteo Salvini, che ha fatto allusione al tentativo
di tenere il “governo italiano vincolato a regole vecchie, che tengono il Paese sotto scacco“. Non solo: il vicepremier leghista – forte del 34% di consensi arrivato con le ultime elezioni Europee – ha rilanciato la proposta di una flat tax da ben trenta miliardi e ha proposto una “grande conferenza intergovernativa europea su lavoro, crescita, investimenti, debito pubblico e sul ruolo della Banca centrale europea“.
Riunioni
Nell'immediato Palazzo Chigi lavora per rispondere alle richieste che arriveranno da Bruxelles. Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, lunedì ne ha discusso in una riunione con il direttore generale del Tesoro Alessandro Rivera e il Ragioniere dello Stato Biagio Mazzotta, con il ministro Giovanni Tria collegato in teleconferenza. L'esecutivo è convinto di aver dato già alcune risposte nel Def: da parte ci sono ancora i due miliardi congelati dalla manovra e pronti a diventare tagli. In più si sottolineeranno l'andamento dell'economia migliore delle previsioni, i risparmi stimati da misure come il reddito di cittadinanza e quanto si sta facendo su evasione e spending review. Quando arriverà la lettera della Commissione, il governo avrà due giorni per rispondere. Juncker ne anticipa le linee a Conte, nel colloquio di Bruxelles: la Commissione perfezionerà le sue richieste in una riunione prevista nelle prossime ore. Da lì partirà un negoziato su cui l'esecutivo si gioca il suo futuro.