Due morti accertati e altrettanti dispersi. Dopo un viavai di voci, bilanci provvisori, conferme e smentite incrociate ci ha pensato la Farnesina a tirare le somme sul numero delle vittime italiane nell’attentato al museo Bardo di Tunisi, portato a termine ieri da almeno 5 miliziani. “E’ possibile che le vittime italiane siano quattro, ma per l’identificazione attendiamo una conferma ufficiale – ha detto il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni ad Agorà – le autorità tunisine per tutta la notte hanno lavorato all’identificazione dei cadaveri e dei feriti”. Delle quattro vittime italiane comunicate dalle autorità tunisine, ha chiarito poi Gentiloni, “due non sono vittime ma feriti”, tuttavia “ci sono due dispersi”.
Nell’attacco avrebbero perso la vita Francesco Caldara e Orazio Conte. Il primo, pensionato novarese di 64 anni che era in crociera per festeggiare il compleanno della compagna, è stato colpito a morte mentre si trovava su un autobus. L’uomo era partito domenica da Savona a bordo della Costa Fascinosa insieme a Simona Reddi, rimasta ferita a una spalla e a un braccio nella sparatoria ma non in pericolo di vita. L’altra vittima sarebbe Orazio Conte, un dipendente del Comune di Torino arrivato nella capitale tunisina insieme alla moglie (ferita) e ad alcuni colleghi. Anche loro erano partiti con Costa, che stamattina è ripartita dal Paese nordafricano. Smentite, per il momento, le voci secondo le quali erano proprio gli italiani il bersaglio grosso dei jihadisti.
Ciononostante l’Italia rimane un obiettivo del terrorismo internazionale, “Roma è un simbolo – ha spiegato Gentiloni – è l’idea dell’Occidente”. E, tuttavia, ha proseguito “la minaccia è globale ma non bisogna trarre conclusioni né di tipo allarmistico, né irragionevoli”. Il ministro ha rimarcato l’importanza di vigilanza alle frontiere, ricordando però che gli attacchi terroristici “non provengono necessariamente da fuori” e ha citato l’esempio dell’attacco al settimanale francese Charlie Hebdo, ricordando che si è trattato di un attentato “venuto dall’interno” e organizzato da individui che avevano scelto la via del fondamentalismo nei paesi di nascita. La Tunisia, infine, “è stato l’unico paese della primavera araba che ha portato avanti una transizione in modo pacifico – ha sottolineato Gentiloni – . Ero lì 20 giorni fa. Oggi il governo è guidato da laici, ma l’opposizione islamica ha un ministro. Questo paese è una speranza, e i terroristi hanno voluto colpire questa speranza”.