“Non è una rivincita ma un nuovo inizio, può essere che il leader sia forte ma il partito non è personale“. Matteo Renzi commenta così il risultato delle primarie che lo ha riconfermato (con il 71% delle preferenze) segretario del Pd. E assicura di non sapere quando si andrà al voto, dicendosi vicino al governo “dal quale ci aspettiamo molto”.
Renzi è arrivato alle 20 al Nazareno, dove lo aspettavano i vertici del partito, molti ministri, a partire da Dario Franceschini e Maurizio Martina. Quando la vittoria è consolidata, l’ex leader brinda nel suo ufficio, chiama i rivali ringraziandoli per aver ravvivato la sfida dopo la scissione e poi sale sul palco. Il primo grazie va proprio a Orlando e Emiliano anche se è tutto da capire se la segreteria avrà una gestione collegiale. Poi un grazie a Gentiloni e “agli amici che lavorano nel governo, ci attendiamo molto da tutti voi e lavoreremo al vostro fianco con molta convinzione”.
Ma è la soddisfazione per l’affluenza ai gazebo la base di partenza per il rilancio di Renzi: “Tutti parlano di populismi, ma l’alternativa non è nel salotto, nei tweet, ma nel popolo“. Linea che il segretario userà anche rispetto all’Ue, nodo al centro della ripartenza: “A Bruxelles chiediamo un cambiamento vero”. Ripartenza che sarà anche un cammino più o meno lungo verso le elezioni politiche e contro M5s, gli unici che Renzi vede come avversari nella sfida elettorale.
Battaglia che il neoleader vuole vincere evitando coalizioni o ammucchiate. E a chi lo accusa di voler tornare ad abbracciare Berlusconi, l’ex premier manda i suoi a smentire. E anche lui nega: “Noi vogliamo fare la grande coalizione con i cittadini non con dei presunti partiti che non rappresentano nemmeno se stessi”. E per avere la maggioranza nel Paese, Renzi ammette un errore del passato: “Forse non siamo stati in grado fino in fondo di portare la gente dalla nostra parte partendo dal basso”