Cambieremo tutte le missioni, ma rispetteremo gli impegni a livello internazionale”. Lo annuncia il ministro della Difesa Elisabetta Trenta in un'intervista al Corriere della Sera ripresa dall'Ansa in cui, sulla promessa di ritirare cento soldati dall'Afghanistan, spiega: “È già previsto nel decreto missioni, ma con il nuovo provvedimento ne ritireremo altri 100 e chiuderemo 'Presidium' a Mosul, dove il Califfato è stato sconfitto e non esiste più il pericolo per la diga”. Sulla possibilità che questo crei problemi con gli alleati, il ministro argomenta: “Onoreremo gli impegni, in Iraq resteremo al fianco della Nato nella missione di training, ma sono cambiate le condizioni e dunque le nostre prospettive”. I soldati italiani si trovano da mesi anche in Niger, ma una sorta di situazione di stallo dalla quale ora il ministro Trenta annuncia di voler uscire. “Dopo 8 mesi siamo riusciti a sbloccare la missione – afferma -. I militari sono già operativi nel controllo delle aree a supporto del governo nigerino per la formazione finalizzata al controllo dei flussi migratori verso l'Italia. Insomma, seguiamo l'interesse nazionale”. Trenta torna anche sulla polemica scatenata dall'uscita del vicepremier Matteo Salvini contro Hezbollah. “Il governo è compatto – afferma – io ho solo detto che è indispensabile calibrare le parole, soprattutto quando si opera in contesti internazionali dove sono impegnati i nostri uomini. È una questione di sicurezza per i militari. Ne stiamo impiegando 13.700″. Sull'attacco a Strasburgo, il ministro osserva: “Le dimensioni della minaccia sono cambiate. Va rimodulato il concetto di difesa nazionale e sto realizzando un progetto con gli altri ministeri”.