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Tre dodicenni in coma etilico a Roma

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Il consumo e l’abuso di alcol fra i giovani e gli adolescenti è un fenomeno preoccupante se si considera che chi inizia a bere prima dei 16 anni ha un rischio 4 volte maggiore di sviluppare alcoldipendenza in età adulta rispetto a chi inizia non prima dei 21 anni. Se il Papa, ricevendo in udienza i partecipanti all’Euromoot, ha ricordato ai ragazzi che “la libertà non arriva stando chiusi in stanza col telefonino e nemmeno sballandosi un po' per evadere dalla realtà”, Alberto Villani, presidente della Sip (Società italiana di pediatria) e responsabile dell’Unità operativa complessa di pediatria generale e malattie infettive dell'Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, sottolinea: “Occorre più attenzione da parte di chi vende alcolici, più consapevolezza fra i giovanissimi sui rischi e sui danni per la salute, ma anche più attenzione da parte della società. Magari attraverso campagne di sensibilizzazione”. Sempre più giovani alle prese con lo “sballo alcolico”, dunque. “Recentemente in ospedale a Roma abbiamo avuto 3 adolescenti, ragazzini di 12-13 anni, in coma etilico ricoverati in rianimazione”, racconta il pediatra all'Adnkronos sul binomio adolescenti-alcol.  Il 17% di tutte le intossicazioni alcoliche che arrivano ai pronto soccorso della Penisola è registrata tra i ragazzi e le ragazze minori di 14 anni.

Emergenza sommersa

“I casi che arrivano sui giornali sono solo la punta dell'iceberg – denuncia il professor Villani-. Basta guardarsi intorno la sera, soprattutto nel fine settimana, per vedere quanti adolescenti, ancora ragazzini”, affollano locali e chioschi “alle prese con il rito dell'aperitivo. O chiedere ai tassisti quanti ne trasportano il venerdì o il sabato notte, stravolti dall'alcol. E non c'è differenza fra maschi e femmine”. Le persone alcoldipendenti, sottolinea Famiglia Cristiana, spesso non ammettono di avere un problema e rifiutano il dialogo sull’argomento. Talvolta anche i loro familiari tendono a negare o minimizzare il problema. Esistono servizi pubblici di Alcologia che si occupano di prevenzione, cura e riabilitazione delle problematiche legate all’abuso e alla dipendenza da alcol. Qui lavorano medici, psicologi, infermieri, assistenti sociali e operatori i quali, con programmi terapeutici e interventi di carattere psicosociale, supportano la persona alcoldipendente e le famiglie, anche con gruppi di auto-mutuo-aiuto. Per l’accesso a questi servizi non serve la richiesta del medico di famiglia e le prestazioni non sono soggette a pagamento di ticket. L’elenco completo si trova sul sito del Ministero della Salute. Ecco invece i numeri verdi per chi cerca supporto: Alcolisti Anonimi 800.411.406; S.O.S. Alcolismo 800.178.176. Nella categoria 11-17 sono considerati consumatori a rischio 778 mila teenager, ovvero un ragazzo su 5, o il 21 per cento, e una ragazza su 6, o il 17 per cento. Secondo i dati Iss -Istat elaborati da Repubblica, ogni anno in Italia si verificano 17 mila decessi ascrivibili all’alcol, circa 12mila tra i maschi e 5mila tra le femmine. La classe di gran lunga più rappresentata è quella  tra i 15 e i 29 anni: numeri che fanno degli incidenti stradali alcol-correlati la prima causa di decesso tra i giovani. E l'abuso di alcol da adolescenti potrebbe provocare una riduzione del volume della materia grigia delle  aree dell’encefalo coinvolte nel controllo degli impulsi e nella risposta soggettiva all’alcol. A sostenerlo è uno studio, pubblicato su Addiction, condotto da una equipe di ricercatori finlandesi della University of Eastern Finland e del Kuopio University Hospital. Il consumo e l’abuso di alcol fra i giovani e gli adolescenti è un fenomeno preoccupante.

Dipendenza patologica

L’Organizzazione mondiale della sanità raccomanda la totale astensione dal consumo di alcol fino ai 15 anni. In Italia con la Legge 8 novembre 2012 numero 189 vige il divieto di somministrazione e vendita di bevande alcoliche ai minori di 18 anni, da ciò si deduce che i giovani di età inferiore ai 18 anni che consumano anche una sola bevanda alcolica durante l’anno presentano un comportamento a rischio nel consumo di alcol. I comportamenti di consumo diffusi tra i giovani, avverte il ministero della Salute, richiedono una particolare attenzione e adeguati interventi, per la possibilità di gravi implicazioni di ambito non solo sanitario ma anche psico-sociale, data la facilità di associazione con altri comportamenti a rischio, assenze scolastiche, riduzione delle prestazioni scolastiche, aggressività e violenza, oltre alle possibili influenze negative sulle abilità sociali e sullo sviluppo cognitivo ed emotivo. Essi possono inoltre portare a condizioni patologiche estreme come l’intossicazione acuta alcolica o l’alcoldipendenza. Altri problemi nascono dalla diffusione di un uso dell’alcol simile a quello delle altre sostanze psicoattive, con finalità di sballo e ricerca dell’ubriachezza, uso che rischia tra l’altro di fungere da ponte verso le sostanze psicoattive illegali. La diffusione di un policonsumo di sostanze psicoattive legali e illegali viene confermata da varie fonti ivi compresa la rilevazione del Ministero della Salute sui comportamenti di consumo degli utenti dei servizi alcologici. Il binge drinking, modalità di consumo alcolico che comporta l’assunzione in un’unica occasione e in un ristretto arco di tempo di quantità di alcol molto elevate, è diffuso maggiormente tra i giovani di 18-24 anni; oltre questa fascia di età le percentuali diminuiscono per raggiungere i valori minimi nell’età anziana.

Intossicazioni e divieti ignorati

La percentuale di binge drinker di sesso maschile è statisticamente superiore al sesso femminile in ogni classe di età ad eccezione degli adolescenti, (11-15 anni), ossia quella fascia di popolazione per la quale la percentuale dovrebbe essere zero a causa del divieto per legge della vendita e somministrazione di bevande alcoliche al di sotto della maggiore età. I giovani lo praticano soprattutto nei contesti della socializzazione e del divertimento collettivo, spesso bevendo volontariamente fino ad arrivare all’ubriachezza e all’intossicazione alcolica. Tra le bevande preferite dai giovani troviamo la birra soprattutto tra i ragazzi, seguita da aperitivi alcolici (alcolpops) mentre tre le ragazze gli aperitivi alcolici (alcolpops) sono al primo posto, seguiti dalla birra.

Giacomo Galeazzi: