Ora dopo ora le possibilità di ricucire lo strappo all’interno della Lega Nord diventa sempre più difficile. A nulla sembra valso il pranzo chiarificatore di ieri fra Matteo Salvini e Flavio Tosi, le posizioni dei due sono lontane anni luce. Tanto che stamattina il sindaco di Verona si è sbilanciato: “Se il Consiglio federale non torna indietro – ha detto a Radio 24 – forse mi dimetto e liberi tutti. E allora potrei candidarmi a governatore”. L’esponente del Carroccio rimprovera la decisione della massima assise padana di commissariare la Liga Veneta e di mettere offside a partire da lunedì tutti gli iscritti alla sua fondazione. Poco dopo è arrivata una parziale retromarcia, almeno nei toni “Basta liti, sono d’accordo con Salvini. Nel mondo civile per evitare le liti hanno inventato le regole ed è sufficiente rispettarle. Sarebbe anche utile, per il rispetto delle regole, che qualcuno qui in Veneto si degnasse di incontrare i dirigenti della Liga”. E queste norme interne, ha proseguito, “prevedono che le singole organizzazioni regionali decidano alleanze e liste per la loro regione e questo è sempre stato applicato. A un certo punto succede che a Milano dicono: ‘le liste e e le alleanze si decidono qua’. Noi abbiamo ribadito la nostra autonomia e la risposta è stata il commissariamento. Per noi è irricevibile”.
La risposta del leader non si è fatta attendere. “Tosi si candida? Auguri! Vedremo i veneti chi sceglieranno, non ho dubbi a proposito” ha detto Salvini ad Antenna 3 Nordest. “La stragrande maggioranza dei militanti non ha voglia di litigare o di fare favori alla sinistra – ha aggiunto -. Non entro nel merito della questione, perché ho già sentito anche troppo. C’è un governatore da sostenere, questo mi interessa”. “In democrazia ognuno fa quello che vuole” è stato invece il commento di Luca Zaia. “Io posso solo dire che siamo pronti per la presentazione della campagna e non perdo un istante, come ho sempre detto, a parlare di beghe di partito, perché mi metto nei panni dei disoccupati, degli ammalati e di chi vuole risposte e dice ‘ma questi si stanno occupando dei problemi del partito o dei veneti?’: io preferisco i veneti”.
Ma se Tosi decidesse di fondare un suo partito quante possibilità avrebbe alle Regionali di maggio? Poche secondo i sondaggisti interpellati da Adnkronos. “L’altro Matteo è troppo popolare, Flavio non ce la fa – ha spiegato Maurizio Pessato di Swg – vero che Tosi ha una proposta politica diversa da Salvini però adesso Salvini sta cogliendo qualcosa che già da un pezzo gira in Europa, un populismo contrapposto all’euroburocrazia. Tosi invece si vuole mantenere al centro destra di governo, la continuazione della Lega che fu al governo con Forza Italia e An: in un certo senso è un conservatore all’inglese. Ovviamente lo scontro arriva adesso perché ci sono le regionali in Veneto, se fossero state tra tre anni avremmo visto Tosi girare l’Italia con la sua fondazione a spiegare il suo progetto”. Secondo Nicola Piepoli, che ha citato il giornalista del ventennio Mario Appelius, “la guerra la vince chi non la fa. Costa morti e nessuno la vuole. E anche in questo caso che vinca uno o l’altro perdono in realtà tutti”. Salvini, secondo il sondaggista, “alto in popolarità, e senza questo scontro, a bocce ferme, ha circa un 30% di italiani che potrebbero votarlo. Tosi è certamente molto popolare, ma solo per la sua attività di sindaco”.