Anche la Regione Calabria, oltre alla Toscana, farà ricorso alla Corte Costituzionale contro il decreto sicurezza del Governo. Il ricorso toscano è stato annunciato in una nota dal presidente Enrico Rossi, confermando il pieno sostegno alla protesta dei sindaci che, dice, “fanno bene a ribellarsi ad una legge disumana che mette sulla strada, allo sbando, decine di migliaia di persone che così diventano facile preda dello sfruttamento brutale e della criminalità organizzata, aumentando l'insicurezza”. Ad annunciare anche il ricorso della Calabria è il governatore Mario Oliverio, che oggi, in una dichiarazione, ha ribadito “le preoccupazioni e le perplessità rispetto a un provvedimento fortemente discriminatorio nei confronti di persone, immigrati regolari, che non potranno godere di diritti fondamentali”, esprimendo “pieno sostegno agli atti di disobbedienza annunciati e praticati da diversi sindaci italiani”.
Anche il presidente della regione Piemonte, Sergio Chiamparino, aveva annunciato ieri che si stava valutando un ricorso contro la legge. “Non possiamo stare a guardare come se non stesse accadendo nulla. Stiamo dunque valutando se esistono i fondamenti giuridici per un ricorso della Regione, direttamente o come tramite dei Comuni, alla Corte Costituzionale. Se ci sono le condizioni giuridiche, non perderemo tempo. Le forti critiche che emergono in tutto il Paese – aveva concluso Chiamparino – sono le stesse che avevo avanzato in un recente incontro con i sindaci e i responsabili Sprar del Piemonte”.
La risposta di Salvini
“Molti sindaci che contestano il Decreto Sicurezza – ha detto oggi il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, ripreso su Ansa – non lo hanno letto perché vengono garantiti il diritto alla salute, il diritto allo studio a tutti, i bambini non si toccano e non possono essere espulsi. Semplicemente non si regalano altri diritti ai furbetti come veniva fatto fino a ieri. Ma poi – ha aggiunto – sono dieci sindaci. In Italia ci sono ottomila sindaci, quindi andiamo a parlare degli altri 7.990. C'è qualche sindaco incapace – ha aggiunto il ministro – che siccome non sa gestire Palermo, Napoli, Firenze e altre città, si inventa polemiche che non esistono. Immigrati regolari e perbene, i profughi veri, avranno più tutele con questo decreto; i furbetti e i finti profughi, spacciatori e stupratori, tornano a casa loro. Io vado avanti, sono convinto di fare gli interessi degli italiani, degli immigrati regolari perbene e dei profughi veri”.
E quella di Di Maio
Anche il vicepremier Luigi Di Maio sottolinea la questione. “Ci sono sindaci che ragionano se aprire o chiudere i porti. Vorrei ricordare che non hanno nessuna autorità per legge e quindi questo dimostra che tutte queste dichiarazioni fanno parte di una grande occasione per fare un po' di campagna elettorale e chiedere un po' di voti ai cittadini”. “Nessun Governo – ha proseguito Di Maio – dirà mai ad un sindaco di disobbedire ad una legge dello Stato. Come Governo non lo diremo perché l'abbiamo sostenuta e la portiamo avanti: se c'é qualche membro della maggioranza che si sente a disagio si deve ricordare che ne é membro e che questo dl l'ha votato, che il governo lo sta applicando, che lo sosteniamo. La protesta dei sindaci è una boutade politica. Se ci saranno dei ricorsi che in via incidentale andranno alla Corte Costituzionale e sarà la Corte a giudicarli”.
Ancora Salvini
“Ci sono 119mila toscani (pari a 53mila famiglie) in condizioni di povertà assoluta, si contano quasi 22mila domande per ottenere una casa popolare in tutta la Regione, si registra una sanità criticata da medici e utenti per le liste d'attesa, i tagli e i turni di lavoro massacranti. Eppure il governatore Enrico Rossi straparla del Decreto sicurezza che dà più legalità, risorse e strumenti agli amministratori locali. Lui pensa ai clandestini, noi agli italiani”, ha aggiunto oggi il ministro dell'Interno Salvini.