L’export italiano si mette dietro le spalle il risultato debole del primo trimestre del 2016 e ad aprile cresce del 2,7%. Sono in espansione anche le importazioni, del 3,9% rispetto al mese precedente, ma rispetto al 2015 entrambi i flussi appaiono in ritirata. L’Istat rileva infatti un calo dell’1% per l’export sull’anno e del 4,3% per l’import, nei dati grezzi. Nonostante questo calo tendenziale, ci sono diversi segnali positivi.
Risultano in miglioramento, rispetto a marzo, le vendite sia verso i paesi europei, sia verso quelli extraeuropei, che all’inizio dell’anno avevano mostrato le maggiori difficoltĆ a causa della frenata delle economie emergenti, dalla Cina fino al Brasile e alla Russia. E sono in incremento tutti i principali gruppi di industrie, tranne l’energia. Dal confronto con aprile 2015, poi, emerge lo slancio dei mezzi di trasporto, autoveicoli esclusi, che vedono salire le esportazioni del 15,6% mentre il settore in maggiore sofferenza risulta essere quello delle dei prodotti petroliferi raffinati.
PiĆ¹ in generale, il calo tendenziale dell’export appare circoscritto solo all’area extra Ue, mentre i mercati europei sono in espansione trainati dalla Germania e dalla Spagna. La bilancia commerciale, inoltre, chiude in surplus per 4,5 miliardi, in crescita di un miliardo rispetto al 2015 Anche dal fronte delle importazioni emergono aspetti rilevanti.
Il calo tendenziale ĆØ infatti dovuto esclusivamente all’area extraeuropea e agli acquisti di prodotti energetici e intermedi. Sono in forte crescita gli acquisti di beni strumentali (+11%), che potrebbero indicare un’accelerata dell’industria italiana. E un altro indizio di un possibile miglioramento dell’economia nazionale proviene dagli acquisti di autoveicoli, soprattutto dalla Germania e dalla Spagna: il loro aumento raggiunge il 30,5%