“Nelle prossime settimane il ministro della Difesa, d’intesa con il ministro degli Esteri, presenterà, presso le commissioni competenti di Camera e Senato una ipotesi molto avanzata di ulteriore impegno da parte dell’Italia, che è un impegno serio e non estemporaneo in Iraq”. Alla Camere, in vista del Consiglio Europeo, il premier ha ribadito la linea dell’Italia sulla lotta al terrorismo. Sostegno alle popolazioni ma nessun passo affrettato, vale sia per la Libia (dove Roma punta ad avere un ruolo da protagonista) che per l’Iraq.
L’Italia è “solida e solidale – ha spiegato – ma non annuncia interventi militari bombardando a destra e a manca perché pensa di essere più forte agli occhi degli altri, non abbiamo problemi di autostima”. In Iraq il nostro Paese interverrà per “riparare una diga che rischia di crollare e di fare enormi danni. E’ italiana l’azienda che può rimettere a posto quella diga. Nel racconto costante che in Italia va tutto male ci dimentichiamo spesso di valorizzare il fatto che a livello di ingegneria siamo tra i migliori al mondo e che le nostre maestranze sono tra le più stimate. Ci è stato chiesto dalla comunità internazionale, in particolar modo in asse con gli Stati Uniti d’America di preoccuparci, di intervenire insieme perché quella diga sia riparata”. Il sito, ha assicurato, non si trova in una zona controllata dal Daesh ma è molto vicino al fronte.
Sull’allarme terrorismo Renzi ha nuovamente invitato a non cedere al populismo. “Dopo gli attentati di Parigi qualcuno ha detto: chiudiamo Schengen. Per far cosa? Per tenerli dentro? La chiusura di Schengen a cosa serve? A dare in pasto all’opinione pubblica un elemento di sicurezza psicologica o per affrontare i problemi andando alla radice?”.