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Terrorismo e minori, il Copasir: “Giovani reclutati grazie al web”

Il nuovo fronte del terrorismo non conosce pietà e non si fa remore nel reclutare bambini e adolescenti nelle proprie file. Un’operazione condotta minuziosamente, sfruttando un canale preferenziale per dialogare con i minorenni: il web. Quanto emerge dalle parole del vicepresidente del Copasir, il senatore Giuseppe Esposito di Area Popolare. “È un salto di qualità con il quale l’Isis sta facendo opera di proselitismo non solo sul loro territorio – ha spiegato alla Stampa tv- ma utilizzando i social network e filmati violenti che trasformano morti e uccisioni in una sorta di videogioco. I giovani sono più facilmente influenzabili da questi messaggi virali e tra dieci anni, se non riusciremo a fermare questa propaganda della violenza, saranno dei perfetti terroristi”. Come tutti gli stati totalitari il Califfato pianta il seme nell’odio nelle nuove generazioni, affinché crescano nel segno della jihad. Un vero e proprio indottrinamento cui si può rispondere “modificando le convenzioni internazionali a tutela dei fanciulli – ha proseguito Esposito -, ad oggi non vi è nessuna legge internazionale che punisca chi recluta i minori per fini terroristici, così come nessuno ha ancora emesso un mandato di cattura internazionale nei confronti di Al Baghdadi”.

Denaro, potere e professionisti al soldo. Il terrorismo non è più affidato solo alla disperazione dei kamikaze ma si rafforza e diventa un modus vivendi strutturato. “L’Isis ha cominciato la sua azione assoldando 400 ingegneri informatici – ha detto ancora il numero due del Copasir – per organizzare una campagna di comunicazione e utilizzare un fuoco mediatico contro l’Occidente. Il loro obiettivo primario, al momento, è quello di incutere terrore. Anche quei politici che alimentano paure nei nostri cittadini fanno involontariamente buon gioco agli obiettivi dell’Isis. La Polizia postale e i nostri servizi di sicurezza stanno monitorando diversi snodi cruciali sul deep web dove l’Isis abilmente riesce ad agire. Per impedire la diffusione di questi messaggi possiamo reclutare anche hacker patriottici per aiutare il Paese contro questa strategia del terrore”.

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