“Non c’è una minaccia specifica per l’Italia”. Angelino Alfano è tornato a ribadirlo dallo studio di Ballarò che lo ha ospitato ieri sera pur sottolineando che “Il nostro, come gli altri Paesi in Occidente non può considerarsi a rischio zero. Ma non ci sono minacce concrete rilevate, o un attentato specifico”. E per quanto riguarda l’indagine di Roma, che ha messo nel mirino 10 islamici, “è senz’altro importante ma nasce prima dei fatti di Parigi e non è collegata”.
Proprio la Capitale, città santa della cristianità, è stata più volte minacciata dall’Isis anche attraverso la diffusione di video provocatori. “La bandiera nera sul Cupolone è il simbolo di un’aggressione all’Occidente che combatte contro il Califfo e Al Qaida”, ha detto riferendosi alle immagini circolate già alcuni mesi fa. E tuttavia, secondo il numero uno del Viminale, i rischi legati al fondamentalismo non giustificano una revisione dei trattati europei.
“Non dobbiamo rialzare la frontiere della Seconda Guerra mondiale – ha spiegato Alfano -. Chiudere Schengen sarebbe un indebolimento, ma bisogna difendere meglio la frontiera approvando la direttiva sul ‘Pnr’. Il parlamento europeo finora ha detto di no, ma un momento come questo giustifica che le compagnie forniscano il nome dei passeggeri”. Il ministro ha poi ribadito la necessità del “rafforzamento di Europol, la chiave è lo scambio di informazioni”.