Il terrorismo non fa sconti a nessuno, dunque “Non esiste un Paese a rischio zero”. Un concetto che Angelino Alfano aveva già espresso in occasione degli attacchi di Parigi e che ha avuto modo di ribadire ieri durante un vertice alla Casa Bianca sugli estremismi violenti. “Il nostro lavoro è di prevenzione, di scambio di informazioni con gli altri Paesi e siamo qui anche per questo – ha detto il ministro degli Interni – è un lavoro che fino ad ora ha dato dei risultati”. I foreign fighter sono “il principale rischio per l’Occidente”, ha sottolineato ancora Alfano.
Secondo il ministro italiano è altrettanto rischioso “il fenomeno della radicalizzazione sul web, dei lupi solitari, che in proprio pensano di assoldare personale per fare attacchi mirati nel cuore dei Paesi europei”. Sulle possibili infiltrazioni tra gli immigrati provenienti dalla Libia, Alfano ha spiegato che: “non c’è traccia reale di un nesso tra immigrazione e terrorismo. Non c’è traccia di infiltrazioni ma è evidente che nessuno può escluderle”. Ma per il numero del Viminale è anche importante non confondere l’Islam con la jihad, “In Italia chi prega ha il diritto di pregare – ha evidenziato – e ha il diritto di dire che sta dalla parte della legge italiana e delle forze dell’ordine”. Il ministro ha poi annunciato che “il 23 febbraio ci sarà un incontro con le principali comunità e associazioni islamiche presenti in Italia per proseguire un dialogo che ha un tema essenziale: distinguere tra chi prega e chi spara”.