“Confido che l’Unione europea non sarà affatto sorda e cieca di fronte alle circostanze eccezionali affrontate dall’Italia, altrimenti farebbe un pessimo servizio innanzitutto a se stessa”. Lo ha detto Paolo Gentiloni in conferenza stampa a Madrid, dopo il vertice con il premier iberico Mariano Rajoy. Italia e Spagna, ha detto il capo del governo, “hanno un punto in comune, l’interesse ad avere da parte dell’Ue la consapevolezza dell’importanza di mettere il tema della crescita al centro delle nostre politiche con ragionevolezza e flessibilità“.
Roma e Madrid, ha aggiunto Gentiloni, “possono svolgere un ruolo fondamentale nei prossimi mesi innanzitutto come Paesi protagonisti nell’Unione europea e quindi tra le diverse questioni di cui abbiamo discusso c’è stato innanzitutto il significato del nostro impegno per il rilancio dell’Unione che vedrà un primo appuntamento nel vertice informale di Malta e culminerà il 25 marzo nell’anniversario dei trattati di Roma”.
L’intervento di Gentiloni arriva nel giorno in cui la temperatura sull’asse Roma-Bruxelles torna a salire. Al termine dell’Econfin il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, pur assicurando che la risposta alla Commissione Ue sui conti pubblici arriverà entro la deadline di febbraio, ha chiarito che il governo adotterà subito nuove “misure concrete” per il terremoto “indipendentemente da come si risponderà alla richiesta della Commissione di effettuare un aggiustamento”. Per quanto riguarda l’eventuale procedura d’infrazione per il nostro Paese, Padoan ha spiegato: “Sarebbe un grosso problema in termini di reputazione che l’Italia ha costruito, sarebbe un’inversione a U rispetto a quello che è stato costruito fino ad adesso”. In questi due giorni, ha aggiunto, si è parlato molto del fatto che dopo “Brexit, dopo la nuova amministrazione Usa il terreno di gioco è cambiato e quindi l’Ue deve prendere atto sia dei suoi successi passati che delle nuove sfide e non si può continuare come se non fosse successo niente soprattutto in questo anno politicamente complicato per molti Paesi”. Per il ministro un eventuale ritorno degli Usa al protezionismo “sarebbe un danno perché sappiamo che l’integrazione commerciale è una potente fonte di crescita di cui anche noi siamo beneficiari”. Ma il nuovo contesto è “complicato da decifrare“, anche perché negli Stati Uniti ci saranno anche “stimoli espansivi che vanno bene a tutti”.
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