Sono giorni caldi nella maggioranza dopo le dimissioni di Maurizio Lupi dalla carica di ministro per le Infrastrutture e i Trasporti. A tenere banco sono i malumori di Ncd che teme la condanna all’irrilevanza politica, specie ora che Renzi ha deciso di assumere ad interim il Mit e di affidarlo entro breve tempo a un uomo vicino alla galassia Pd. La promessa degli Affari Regionali a Quagliariello non basta e da molti viene visto come un contentino. Non sono piaciuti i due pesi e due misure adottati da Renzi nell’affaire Lupi. Il ragionamento ĆØ questo: per fedeltĆ alla maggioranza abbiamo rotto con Forza Italia e accettato l’elezione al Colle di Sergio Mattarella, su cui in un primo momento Alfano aveva avanzato delle perplessitĆ , e come ringraziamento il Pd ci emargina.
A rendere ancora piĆ¹ teso il quadro c’ĆØ stata la bocciatura dell’emendamento alla riforma dei tempi di prescrizione presentato da Ncd, identico a quello di Fi. Il testo prevedeva la soppressione dell’articolo 1 del ddl, che stabilisce un aumento dei termini per alcune ipotesi di corruzione, ed ĆØ stato cassato da Montecitorio con 337 voti contrari, compresi quelli dem. I sƬ sono stati solo 40, gli astenuti 19. “Ncd chiede in modo convinto lāabrogazione dellāart. 1 al ddl sulla prescrizione – aveva detto il deputato alfaniano Pagano – e qualora la maggioranza insistesse nel difenderlo, Ncd sarebbe pronta a trarne le conseguenze per il voto finale”. Se la minaccia dovesse avere un seguito ĆØ possibile che Area Popolare voti contro l’intero testo oggi pomeriggio, con il rischio di aprire una crisi nella maggioranza.