Continua a tenere banco la discussione sulla Tav all'interno della maggioranza e del governo. Dopo l'incontro con l'omologo francese Bruno Le Maire a Versailles, il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, ha spiegato che l'esecutivo “sta andando nella giusta direzione”.
Rassicurazioni
“Ci sono posizioni differenti nel governo – ha detto – ma credo che ci sarà un'evoluzione positiva perché sono i fatti” che portano in quella direzione. “Del resto c'è una legge su questo e per cambiare ci sarebbe bisogno di un'altra legge, ma non credo sarà cosi”.
La smentita
Intanto da Palazzo Chigi si fa sapere che il premier Giuseppe Conte “non ha aperto a nessuna ipotesi di mini-Tav né ha mai richiesto un ulteriore contributo all'analisi costi-benefici dell'opera, contributo che è stato invece sollecitato dal ministero dei Trasporti“, smentendo alcune “ricostruzioni apparse questa mattina su alcuni quotidiani”.
Il no del ministro
Danilo Toninelli, da parte sua, ha ribadito la sua contrarietà all'opera “senza alcun pregiudizio”. La “Tav – ha aggiunto il ministro – può anche servire e sono felice se dopo il 2070 serve, ma io sono il ministro delle Infrastrutture e mi sento responsabile se domani crolla un altro ponte e muore qualcuno, anche se giuridicamente non lo sono, perché avrei potuto impiegare le risorse del Tav per fare manutenzione a quella infrastruttura”. Ad Annone (Lecco), dove è crollato il ponte sulla Ss36, “due anni fa c'è stato un morto e do molta più importanza al dolore di una famiglia che a fare un buco in una montagna che impegna la maggior parte delle risorse dei cittadini italiani”. Alla domanda se l'attuale tracciato internazionale Torino-Lione possa essere migliorato senza fare l'opera il Toninelli ha risposto che “tutto si può migliorare, ma qui non si tratta di una linea esterna, si tratta di fare una galleria di base e, o buchi o non buchi la montagna, quel buco costa 11 miliardi, di cui 3,5 solo all'Italia” .