Scontro nell'aula del Consiglio regionale d'Abruzzo sulla proposta del Pd di modificare la legge elettorale a ridosso delle elezioni. Gli abruzzesi, infatti, saranno chiamati alle urne in una data che deve ancora essere stabilita ma che dovrebbe essere tra novembre e dicembre prossimi.
Il doppio incarico di D'Alfonso
Dopo mesi di doppio incarico, governatore e senatore, Luciano D'Alfonso ha sciolto il nodo ed annunciato di aver comunicato la conclusione della sua esperienza di presidente della Giunta Regionale. La Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari del Senato, votando a maggioranza la proposta della vicepresidente Grazia D'Angelo, aveva dichiarato l'incompatibilità del doppio ruolo e imposto a D'Alfonso di fare una scelta entro tre giorni. L'esponente del Pd ha deciso, così, di rimanere a Palazzo Madama.
Verso le urne
Le dimissioni annunciate dal governatore aprono così lo scenario delle elezioni regionali. La maggioranza a guida Pd ha provato a modificare la legge elettorale con una proposta in 'zona Cesarini' fatta da Sandro Mariani. Il testo portato in aula dal consigliere piddino avrebbe previsto l'innalzamento della soglia di sbarramento all'8% per i partiti che si presentano in solitaria, al 4% per chi si coalizza. La proposta ha scatenato le proteste delle opposizioni che a colpi di emendamenti sono riuscite a bloccare il tentativo della maggioranza e costringerla al ritiro del testo.
Le reazioni delle opposizioni
Canta vittoria il Movimento 5 Stelle che aveva ricordato come “l’articolo 14 dello statuto della Regione Abruzzo vieta categoricamente di modificare la legge elettorale nei sei mesi precedenti al voto”. I consiglieri pentastellati hanno esultato, sostenendo che “la democrazia è stata tutelata”. Soddisfazione è stata espressa anche da Sinistra Italiana con una nota di Daniele Licheri, segretario regionale del partito: “Dopo un'estenuante battaglia in commissione durata un giorno – ha detto in una nota l'esponente di Si – la maggioranza di governo decide di ritirare gli sbarramenti alla 'turca'. Le regole – continua Licheri – si scrivono e si cambiano insieme. Sinistra Italiana resterà vigile fino alla fine della legislatura per evitare che altre sveltine simili possano accadere”. Anche i consiglieri di Forza Italia hanno rivendicato il successo politico del ritiro della legge Mariani: “Non sarebbe stato accettabile modificare le regole elettorali poche settimane prima del voto – fanno sapere dal partito berlusconiano – e la gran mole delle nostre argomentazioni e dei nostri emendamenti (oltre 300 sui 400 totali) ha fatto desistere il Pd. Dopo questa vittoria, che consegniamo a tutto il centrodestra abruzzese, restano da affrontare le proposte di modifica alle norme sulle incompatibilita’: quella sulle surroghe e, soprattutto, quella ad personam sul tempo necessario a rimuovere le cause di incompatibilita’”.
Le altre novità
Ma la seduta di ieri del Consiglio regionale è stata importante anche perchè in Commissione Statuto è stata approvata una surroga che farà passare il numero dei consiglieri da 31 a 35 nella prossima legislatura. La legge elettorale, invece, rimarrà quella attuale che non prevede alcun ballottaggio ma assegna un premio di maggioranza alla coalizione o al partito più votati. Alla lista vincente sarà attribuito il 65% dei consiglieri eletti in modo tale da garantire piena governabilità.