Nei disegni di legge in tema di educazione alla cittadinanza nella scuola primaria e secondaria – il cui esame è iniziato ieri in Commissione Cultura alla Camera – tra le varie proposte divide quella di Forza Italia, prima firmataria Mariastella Gelmini, e quella della Lega, primo firmatario Massimiliano Capitanio, che dispongono l’inibizione dei cellulari nelle classi. Per gli alunni, ma anche per i professori. L’ipotesi – in poche righe – è quella di lasciare i cellulari in presidenza e per le chiamate di emergenza far riferimento alle segreteria.
Cellulare sì e cellulare no
Una questione vecchia, quella dei cellulari in classe, che viene riproposta per la necessità di regolamentare un'abitudine consolidata ma difficile da gestire anche per i docenti, sempre più spesso alle prese con la diffusione di video – anche pornografici – girati in classe durante le lezioni.
“Lo spirito del provvedimento non è quello di calare una nuova materia dall’alto di una cattedra – ha dichiarato Massimiliano Capitanio -, ma di condividere alla pari, con insegnanti e genitori, regole del buon vivere comune, che per noi rappresentano valori e impegni ben precisi: rispetto della Costituzione, cittadinanza digitale, ambiente, salute, legalità, contrasto a bullismo e cyberbullismo, volontariato. Sarà un percorso condiviso con tutti, senza bandiere”. La proposta di legge – che è stata già illustrata dai proponenti – verrà integrata con tutte le altre in un unico testo che approderà a febbraio nell’Aula parlamentare.
Il Ministro dice “No”
Sul divieto dei cellulari in classe non è d'accordo il ministro dell'Istruzione Marco Bussetti: “Credo molto nel senso di responsabilità dei ragazzi – spiega Bussetti – e quindi mi affido al loro buon senso sull'uso consapevole dei device ai fini di un migliore apprendimento. Condanno invece in maniera decisa l'uso per altri fini”.