“Parigi è fra sei mesi, ma la sfida è domani mattina, è stasera”. Matteo Renzi guarda all’appuntamento di dicembre, quando i potenti della Terra si vedranno per la Conferenza sul Clima. Da molti è considerato il punto di non ritorno, l’occasione per spingere le superpotenze a limitare le emissioni di gas serra nell’atmosfera per evitare il collasso planetario. Il governo in questi giorni ha, perla prima volta, convocato gli “Stati generali sul Clima” a Roma, presso l’Aula dei Gruppi parlamentari. Il tutto avviene a meno di una settimana dalla pubblicazione dell’enciclica “Laudato si” con cui il Papa ha lanciato un appello disperato per la salvaguardia dell’ambiente.
“Sono molto contento che numerose delle grandi aziende pubbliche italiane si siano poste il tema di Parigi – ha detto il premier Renzi – sono molto contento che sei petrolieri abbiano scritto una lettera su questo tema all’Unione europea perché se assumono la priorità del tema, è già un passo in avanti significativo, ovviamente poi bisogna che atti siano conseguenti e immediate”.
Il presidente del Consiglio è detto molto felice che anche nel dibattito parlamentare “sia entrato finalmente il tema della lotta alla cultura dello scarto”, ricordando le parole di papa Francesco e la sua enciclica “che ho letto nel weekend e faccio le citazioni solo per far vedere che l’ho letta”.
Tutto bene, “ma il punto chiave che abbiamo è avere una strategia nella quale la politica torni a fare il suo mestiere e l’Italia torni a fare l’Italia”.
Al Cop21 il governo italiano farà la sua parte. “Non mandiamo Galletti a fare una giratina a Parigi – ha assicurato Renzi – a parte che ci andrò anch’io, non mandiamo nessuno dei nostri ministri a fare una giratina a Parigi, non abbiamo bisogno del viaggio premio. Parigi è il luogo nel quale nei prossimi sei mesi si gioca una partita chiave per il futuro del nostro Paese, del nostro pianeta, ma anche dell’idea stessa di politica. Non sprechiamo questa occasione”.