Speranza per Massimiliano Latorre. Il Marò, colpito la scorsa settimana da ischemia e dimesso dall’ospedale da pochi giorni, potrebbe tornare in Italia per ragioni umanitarie. L’apertura è venuta direttamente dal ministro degli Esteri indiano, Sushma Swaraj. Laddove la corte suprema dello stato asiatico dovesse concedere l’autorizzazione il governo di New Delhi non si opporrà. Latorre potrebbe essere ammesso a rientrare nel nostro Paese per 3-4 mesi, fino al completo ristabilimento.
In virtù delle sue condizioni fisiche stamattina lo stesso massimo organo di giustizia ha esentato per due settimane il Fuciliere di Marina dall’obbligo di firma presso il commissariato di polizia. Ma proprio mentre sembra aprirsi un barlume di speranza per uno dei due militari italiani dal quotidiano Hindustan Times arrivano nuove accuse. Secondo l’organo di stampa i due soldati, dopo aver ucciso i due pescatori il 15 febbraio 2012, “presumibilmente cercarono di coprire il loro operato spingendo il capitano della petroliera Enrica Lexie a inviare un rapporto per le organizzazioni internazionali di sicurezza marittima in cui si sosteneva che i pescatori erano armati e che questo fu alla base della decisione di sparare”.
A difesa di Girone e Latorre è arrivata però la smentita dell’armatore. “Il comandante Umberto Vitelli non ha mai rilasciato a qualsivoglia autorità alcuna dichiarazione in cui ha detto di avere visto armi o persone armate” ha spiegato Pino Schiano, il direttore generale della Fratelli D’Amato-DolphinTanker, società armatrice della Enrica Lexie. Anche perché, ha proseguito il dg “Vitelli non avrebbe potuto vedere alcuna arma perché era nel ponte di comando: quindi si smentiscono categoricamente le notizie diffuse dalla stampa indiana”.