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Spending Review, tre miliardi in meno per la sanità

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La spending review è iniziata ieri, ufficialmente. Il premier Matteo Renzi, riunitosi con i suoi ministri a Palazzo Chigi, ha iniziato a dare disposizioni sul da farsi per cominciare a reperire le prime risorse: il titolare di ogni dicastero dovrà stilare una lista di tagli  possibili. Entro la fine della settimana dovrebbero arrivare le prime “diligence”.

La più colpita rischia di essere la sanità, per la quale di parla di tagli da  3 miliardi di euro. “Spero che i tagli non riguardano la sanità” aveva detto preoccupata il ministro Lorenzin prima di incontrare Renzi. “I servizi non si toccheranno – è stata la risposta del premier– interverremo solo su inefficienze e sprechi come forniture e approvvigionamenti”.

Il capo del Governo ha anche assicurato che “le pensioni non saranno toccate” e che l’intenzione, durante questo terzo anno di recessione, è quella di continuare con la riduzione delle tasse. Nelle ultime ore è stato annunciato un ulteriore taglio dell’Irap e un intervento di semplificazione sulla Tasi, mentre – su indicazione del Tesoro – pare ci si avvicini sempre più al rendere strutturale il bonus Irpef.

Sette miliardi dovranno essere reperiti dagli altri ministeri in totale:  400 milioni dallo Sviluppo economico; altri 400 dalle infrastrutture; 600 milioni dalla difesa, circa 300 dalla Giustizia e  530 milioni dal Mef. Ma la partita resta comunque difficile: anche perché la lotta all’evasione, sulla quale si contava per recuperare 3 miliardi, è ancora in alto mare.

Gisella Febbo: