Difficile che la campagna elettorale si scrollerà di dosso la polemica sul “caso Popolari” che coinvolge l'ex primo ministro Matteo Renzi e l'imprenditore con cittadinanza svizzera Carlo De Benedetti. Dopo l'indagine aperta dai pm romani, la vicenda sbarca anche a Perugia, dove i magistrati vogliono far luce sull’acquisto delle azioni delle Banche Popolari, operato dall’ex presidente del Gruppo Espresso De Benedetti, dopo aver saputo dall'allora presidente del Consiglio, Matteo Renzi, dell’imminente decreto che le trasformava in Spa. L'imprenditore avrebbe poi telefonato al suo broker, Gianluca Bolengo, chiedendogli di fare un investimento sulle Banche Popolari che avrebbe fruttato circa 600mila euro.
L'allerta della Consob
Le ore precedenti al grande affare sono state ripercorse da Il Fatto Quotidiano. “Salgono le popolari?”, si informava De Benedetti al telefono con il suo broker. “Sì – lo tranquillizzava Bolengo – se passa un decreto fatto bene, salgono”.”Passa – ribatteva, sicuro, De Benedetti – ho parlato ieri con Renzi, passa“. La vicenda ha mobilitato la Consob, che così interrogato l'ex presidente del Gruppo Espresso. Quest'ultimo, davati all'istituto di vigilanza sulle operazioni di borsa, ha sostenuto di “non aver avuto informazioni privilegiate” da Renzi e che se ciò fosse avvenuto non avrebbe certo investito una somma così bassa per i suoi standard. “Se avessi saputo avrei fatto 20 anche sulle Popolari (e non 5, ndr), o di più, e ho fatto meno… ma perché l’avrei fatta così piccola? Se avessi saputo?”.
La denuncia di Lannutti
Come scrive Il Fatto Quotidiano, un fascicolo è stato aperto dopo l'esposto presentato da Elio Lannutti, il presidente dell’Adusbef, già senatore dell'Italia dei Valori e oggi candidato per il M5S, che ha denunciato il presunto insabbiamento nella Capitale. L'esposto ha espressamente chiesto al procuratore umbro De Fichy di “valutare e/o indagare circa la sussistenza degli estremi per avviare un procedimento per responsabilità penale o civile nei confronti dei magistrati” che hanno indagato sul caso Renzi-De Benedetti. Il presidente di Adusbef rileva, infatti, che la procura di Roma avrebbe aperto un fascicolo modello 45, ossia “atti non costituenti notizia di reato”. Una procedura, secondo Lannutti, “espressamente vietata dal codice pensale e da una circolare del ministero della Giustizia”. Stando a quanto riferisce Il Fatto Quotidiano, Lannutti è stato sentito ieri dalla procura di Perugia, che indaga proprio sulla vicenda.