Il tribunale del riesame si esprimerà probabilmente giovedì sulla questione dei fondi della Lega. Al termine dell'udienza che si è svolta in mattinata, infatti, i giudici si sono riservati di decidere in merito al sequestro dei fondi dopo la condanna del senatore Umberto Bossi, dell'ex tesoriere Francesco Belsito e di tre ex revisori contabili del partito per la truffa allo Stato sui rimborsi elettorali dal 2008 al 2010, stimata in 49 milioni di euro.
“Abbiamo depositato una consulenza per dimostrare che i soldi che la Lega ha in cassa ora sono contributi di eletti, donazioni di elettori, e del 2 per mille della dichiarazione dei redditi. Sono somme non solo lecite, ma che hanno anche un fine costituzionale: consentono al partito di perseguire le finalità democratiche del Paese – ha dichiarato all'Ansa l'avvocato GIovanni Ponti – Dire che sono profitto del reato è un non senso giuridico, ma ci rimettiamo alla decisione del tribunale”.
Il legale del Carroccio, inoltre, ha spiegato che il partito aveva chiesto alla corte d'appello di entrare nel processo come soggetto terzo destinatario di un provvedimento di confisca. “Ma i giudici non hanno ascoltato la nostra richiesta – ha spiegato Ponti – Per questo abiamo depositato oggi la sentenza della Grande Camera della Cedu secondo la quale non è legittima la confisca nei confronti di un soggetto al quale non è stata data la possibilità di partecipare al giudizio in merito”.