Per il dopo terremoto, Renzi ha già in mente il commissario alla ricostruzione: Vasco Errani. A pochi giorni dal sisma che ha scosso il centro Italia, il premier ha deciso di affidare all’ex governatore dell’Emilia Romagna il compito di guidare, passo dopo passo, l’opera di riedificazione dei paesi rasi al suolo. Con un obiettivo prioritario: far rinascere in sicurezza i centri storici colpiti, salvaguardandone l’impostazione urbanistica originaria. Rispettando, in una parola, lo spirito di quei comuni.
Per far fronte all’emergenza, Errani avrà a disposizione i primi cinquanta milioni di euro stanziati giovedì scorso dal consiglio dei ministri. E altro denaro arriverà con la prossima legge di stabilità. Renzi considera fondamentale non disperdere il patrimonio civico delle cittadine sfregiate dalla scosse, per questo ha in mente di coinvolgere al meglio le popolazioni colpite. L’ha promesso anche ai familiari delle vittime: “Non voglio proclami, né faccio promesse. Vi saremo accanto e lavoreremo insieme”.
Il modus operandi sarà il seguente: si aprirà un tavolo di dialogo con i giovani colpiti dal disastro. Una sorta di consulta territoriale in grado di consigliare il commissario e la squadra impegnati nella ricostruzione. Non è la prima volta che Renzi pensa a Errani per un incarico di peso. Nonostante un retaggio da bersaniano, lo considera un uomo capace di far dialogare le diverse anime del Pd. Ma bisogna fare in fretta, l’inverno è alle porte. E proprio Errani, secondo il premier, è l’uomo giusto per questa sfida: quindici anni alla guida di una Regione, fu lui a gestire – nelle vesti di commissario – un altro drammatico passaggio, quello del terremoto che nel maggio 2012 colpì l’Emilia. Ed è proprio con quella “filosofia della ricostruzione” che l’ex governatore dovrà coordinare gli sforzi per superare la nuova crisi. Lo schema d’intervento del commissario inizia a delinearsi.
I lavori dovranno garantire la sicurezza dei nuovi edifici, mantenendo intatta tradizione e radici dei comuni distrutti dal sisma. Senza new town ma facendo rinascere i centri storici martoriati. Non snaturare significa anche fornire al più presto una prima sistemazione ai sopravvissuti, in modo da non far fuggire quel che resta del tessuto sociale ed economico. A partire dalle scuole. ” Il primo segnale – ha assicurato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti – è che possano riaprire e l’attività scolastica ripartire il più presto possibile”.
In Emilia, a quattro anni dal sisma, non è nata alcuna new town. In compenso, quasi la metà dei sessanta comuni colpiti dalla furia della natura ha completato la ricostruzione di case ed aziende. Restano parecchi cantieri ancora aperti, e i problemi maggiori si affrontano nell’opera di restauro di alcuni centri storici. Ma è proprio questa la sfida, come spiegò allora Errani: “È una questione di identità. Queste persone vogliono le loro piazze, le loro chiese, i loro municipi, e le loro imprese. Noi siamo questo, e non ci snaturerà nemmeno questo terremoto”. Poi c’è un’altra questione, la gestione delle risorse economiche. Cinquanta milioni sono già stati stanziati per l’emergenza, e con la prossima legge di stabilità arriveranno nuovi fondi.