“Sono orgoglioso che da altri partiti si indichino uomini della Lega alla guida del Paese. Zaia ha ribadito che farà il governatore del Veneto come Maroni farà quello della Lombardia. Il nostro candidato c’è ed è il segretario della Lega. Noi stiamo lavorando sul programma, preparando un pacchetto lavoro, sulle tasse, sulle imprese sui professionisti e sulle partite Iva. Il dibattito sui premier potenziali futuri ci appassiona poco“. Matteo Salvini replica così a Silvio Berlusconi che aveva proposto proprio Luca Zaia come possibile candidato premier del centrodestra alle prossime politiche.
“Se qualcuno pensa – sottolinea il leader del Carroccio – di mettere zizzania nella Lega facendo nomi sbaglia”. Dunque se Berlusconi la pensa così “ha sbagliato a capire”. L’obiettivo della Lega resta comune quello di estendere a livello nazionale il “modello di buon governo di Lombardia, Veneto e Liguria”. Salvini ha poi bollato come “non possibile” l’ipotesi di introdurre una moneta parallela all’euro, avanzata dallo stesso presidente di Forza Italia. Il segretario leghista ha poi marcato le differenze con Fi sul piano del programma. “Cosa faremo con l’euro nel momento in cui torneremo al governo?” si è chiesto. Le idee dell’ex premier sull’argomento, ha aggiunto, “sono di 70 anni fa“.
Il primo a declinare l’offerta di Berlusconi era stato lo stesso Zaia. “Basta con ‘sta manfrina – era stato il suo commento – per quanto riguarda la Lega, abbiamo già un candidato: Matteo Salvini”.
Parlando a Canale Italia, l’ex premier aveva sostenuto che il profilo di Zaia, leghista, potesse corrispondere a quello del candidato premier del futuro centrodestra. “Se non potessi farlo io – aveva detto l’ex Cav – il centrodestra dovrebbe trovare qualcuno al suo interno: Zaia si sta comportando molto bene, dico lui o qualcun altro in grado di emergere e convincere tutti”.
Lo scontro evidenzia le difficoltà che il centrodestra sta affrontando nel costruire un’alternativa credibile al centrosinistra e al Movimento 5 Stelle. Il tramonto di Berlusconi (fra l’altro impossibilitato a candidarsi a causa della sentenza Mediaset) sembra aver lasciato un vuoto incolmabile tra i moderati.