Silvio Berlusconi è stato rinviato a giudizio a Milano con l’accusa di corruzione in atti giudiziari nel caso Ruby ter. Il processo si aprirà il 5 aprile davanti alla quarta sezione penale del Tribunale. Lo ha deciso il gup di Milano, Carlo Ottone De Marchi, che ha accolto la richiesta della Procura.
La difesa accoglie la decisione e, attraverso l’avvocato dell’ex Cavaliere, Federico Cecconi, commenta: “Il rischio concreto è che per la prima volta si processi il reato di generosità”. “Prendiamo atto di questo rinvio a giudizio – ha spiegato il legale coadiuvato dal professor Franco Coppi – in dibattimento confidiamo nella possibilità di dimostrare l’estraneità di Silvio Berlusconi ai fatti contestati”.
Secondo le ipotesi dei pm Tiziana Siciliano e Luca Gaglio, Berlusconi è accusato di corruzione giudiziaria per aver stipendiato per mesi 22 ospiti del cosiddetto “bunga bunga” per testimoniare il falso nei processi Ruby, negando incontri sessuali con l’ex premier. Secondo la ricostruzione dell’accusa, alle svariate “olgettine” presenti alle “cene eleganti” avrebbe sborsato in totale quasi dieci milioni di euro; di questi, circa sette sarebbero andati a Karima El Mahroug, alias Ruby, che li avrebbe utilizzati per aprire un ristorante in Messico.
Nel primo processo Ruby, Berlusconi era stato assolto nel marzo del 2015 quando, dopo una lunghissima camera di consiglio, la Cassazione aveva reso definitiva l’assoluzione dalle accuse di concussione e prostituzione minorile. Nel processo Ruby Bis, l’ex premier non è coinvolto. Il processo concluso in appello nel novembre del 2014, riguardava infatti Lele Mora (condannato a 6 anni), Emilio Fede (4 anni e 10 mesi) e Nicole Minetti (3 anni). Nel settembre dell’anno successivo, la Cassazione ha accolto il ricorso dell’ex direttore del Tg4 (accusato di favoreggiamento e induzione alla prostituzione) e dell’ex consigliera regionale (favoreggiamento) stabilendo che il processo nei loro confronti è da rifare.