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Sfida tricolore per la presidenza del Parlamento Ue: Pittella e Tajani i favoriti

Si profila un derby tricolore per la presidenza del Parlamento Europeo: 4 candidati su 4 sono italiani. Si tratta di Antonio Tajani (candidato del Partito popolare europeo), Gianni Pittella (Partito del Socialismo europeo), Eleonora Forenza (Sinistra Unitaria) e Pernicola Pedicine (M5s, e quindi rappresentante degli euroscettici).

Ma a contendersi lo scranno più alto di Strasburgo saranno Pittella e Tajani. Con quest’ultimo che, tra i popolari, ha prevalso sulla deputata irlandese Mairead McGuinness, la più insidiosa, quello francese Alain Lamassoure e quello sloveno Lojze Peterle. L’esponente di Fi è riuscito a segnare uno stacco notevole sugli altri già al primo turno di votazioni, un risultato che ha spinto gli avversari a ritirarsi dalla corsa. “E’ il primo passo di un parlamento più vicino alla gente – dice – Da domani mattina (oggi ndr) cominceremo a lavorare per raggiungere l’obiettivo: che il Ppe abbia il prossimo presidente. Una vittoria che dev’essere della democrazia e delle istituzioni“.

Fair play reciproco tra i due principali duellanti. “Ho grande rispetto per Gianni Pittella”, spiega Tajani. “Che vinca il più europeista“, commenta il candidato socialista, che definisce “una circostanza straordinaria per l’Italia” avere quattro candidati per la presidenza del Parlamento europeo. Sarà stato un caso, ma la sala dove stasera il gruppo del Ppe ha prima eletto e poi festeggiato Tajani si trova in un corridoio del Parlamento di Strasburgo intitolato a Emilio Colombo, l’ultimo italiano a ricoprire la massima carica dell’Eurocamera, dal 1977 al 1979. Se si tratta di un auspicio, il 17 gennaio l’Italia potrebbe davvero tornare a esprimere un presidente a Strasburgo.

Certo a complicare la partita c’è il tema dell’equilibrio tra le tre istituzioni europee. Se passasse Tajani sarebbero tre popolari a guidare Commissione, Consiglio europeo e Parlamento. Una situazione inaccettabile per i socialisti che in parallelo giocheranno anche una partita per cercare di sostituire il polacco Donald Tusk sulla poltrona del Consiglio europeo. Un tema che potrebbe essere già sul tavolo tra due giorni al vertice dei leader dei 28 a Bruxelles.

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