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Sergio Ramelli: il ricordo e le tensioni

Un clima da anni 70 aleggia su Milano in questa serata di inespressa primavera. Come ogni anno, anche questo 29 aprile nella città meneghina è scandito dal ricordo, da parte di gruppi di destra, di Sergio Ramelli, 18enne del Fronte della Gioventù (organizzazione giovanile del Msi) aggredito sotto casa il 13 marzo 1975 da un drappello di appartenenti al gruppo della sinistra extraparlamentare Avanguardia Operaia e morto, per le conseguenze dell'aggressione, il 29 aprile dello stesso anno.

I due cortei

Quest'anno, tuttavia, il corteo organizzato per commemorare la giovane vittima è stato vietato dal prefetto. Decisione rimasta invariata, nonostante l'appello di una sessantina tra parlamentari della Lega, di Fratelli d'Italia, consiglieri regionali, comunali, municipali. Gli organizzatori, però, avrebbero annunciato che manifesteranno lo stesso: il un corteo partirebbe da Piazzale Susa fino a via Paladini. Sulla vicenda è intervenuto anche il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, dicendo: “Dico che il prefetto l'ha vietata e quindi non va fatta”. Previsto anche un corteo di antifascisti, che proprio per la volontà degli organizzatori del ricordo di Ramelli di manifestare lo stesso, è stato costretto a cambiare, di concerto con la Questura, il percorso inizialmente previsto. “La troppa vicinanza con il raduno dei neofascisti in piazzale Susa – spiega una nota degli organizzatori – è la motivazione che la Questura ha utilizzato per chiedere la modifica del nostro corteo. Non comprendiamo il motivo di questa decisione dato che è stato vietato ai fascisti di sfilare. Con senso di responsabilità abbiamo preso atto del nuovo percorso”. Il nuovo percorso parte da piazzale Loreto per terminare in via Pascoli.

La Russa: “Perché vietare il corteo?”

Ad inasprire il clima, la notte scorsa, ignoti che hanno imbrattato il murale in ricordo di Sergio Ramelli (che è stato ripristinato già stamattina). A scoprire l'atto di vandalismo, una volante della polizia, che passando intorno alle 3.30 in via Paladini ha notato che la lastra che copre la scritta 'Ciao Sergio' era stata coperta di vernice rosa. Sulla vicenda è intervenuto anche il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, che ha detto: “Io ricordo un ragazzo massacrato a sprangato per un'idea. La violenza da qualunque parte arrivi non è mai una soluzione“. A proposito delle polemiche per il corteo e il controcorteo, il vicepremier ha aggiunto: “Mi auguro che tutto venga fatto nel rispetto della legge, della decenza e del buongusto. Penso che nessuno si offenda se viene ricordato un ragazzo ucciso a sprangate per un'idea”. Per Ignazio La Russa, oggi senatore di Fratelli d'Italia, storico militante della destra missina milanese, “non c'è ragione di vietare il corteo. Se ci sono saluti romani è la magistratura a decidere se è reato, non si può mica bloccare la circolazione perché qualcuno passa con il rosso. Poi io spero che il divieto non venga violato”. Secondo la presidente di FdI, Giorgia Meloni, “tutto l'odio riversato negli ultimi giorni per Sergio Ramelli, oltre ad essere insensato, è un vero e proprio oltraggio alla sua memoria. Un attacco al ricordo di un ragazzo che fu aggredito vigliaccamente per mano di militanti di Avanguardia Operaia e ammazzato solo per i suoi ideali”.

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