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Sentenza favorevole a 5 ex rider

La corte d'Appello di Torino ha riconosciuto la subordinazione del rapporto di lavoro di cinque ex rider di Foodora, che avevano adito il giudice di secondo grado dopo che le loro istanze, in primo grado, erano state integralmente respinte. Una sentenza che ribalta tutto quindi per gli ex fattorini, allontanati dall'azienda per la quale lavoravano in seguito alle proteste organizzate per la paga oraria. Per un riconoscimento arrivato, però, non arrivano risultati sulle altre due richieste: non ci sarà il reintegro e nemmeno l'assunzione. Il giudice, inoltre, ha respinto la richiesta di risarcimento per presunte violazioni della privacy che, secondo l'accusa, era stata perpetrata attraverso un'applicazione di assegnazione degli incarichi impostata sullo smartphone.

La decisione

I giudici hanno sancito il diritto dei ricorrenti ad avere una somma calcolata sulla retribuzione stabilita per dipendenti del contratto collettivo logistica-trasporto merci. “Non possiamo non dirci soddisfatti, la sentenza dimostra che non eravamo dei pazzi quando affermavamo che queste persone avevano dei diritti”, ha commentato a caldo l'avvocato Silvia Druetta, uno dei legali degli ex fattorini Foodora, alla pronuncia della Corte d'Appello di Torino. “E' la conferma – aggiunge – che i diritti esistono“.

Sindacati

La Filt Cgil ha parlato di “ottima notizia per una sentenza che valorizza la nostra scelta di aver inquadrato per la prima volta in un contratto nazionale la figura del rider. Ora serve proseguire e concretizzare il percorso di inclusione dei rider nel ccnl della Logistica, proteggendo e valorizzando il loro lavoro“.

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