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Segnali di intesa tra Di Maio e Salvini

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Lega e Movimento 5 Stelle hanno chiesto al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, 24 ore di tempo per trovare un'intesa che dia vita a un governo politico. Lo riporta il sito del Quirinale. 

L'esecutivo

I due leader si starebbero accordando sulla composizione dell'esecutivo che sarebbe guidato da una personalità di elevato profilo istituzionale. Il nome che sembra in grado di mettere d'accordo Salvini e Di Maio sarebbe quello dell'economista Enrico Giovannini, presidente dell'Istat dal 2009 al 2013, nonché ministro del Lavoro. Salvini andrebbe, invece, a occupare la casella degli Interni. 

Trattativa

Nei giorni scorsi, all'esito del terzo, infruttuoso, giro di consultazioni, il capo dello Stato aveva proposto ai partiti un esecutivo “di garanzia, neutrale” che guidasse il Paese sino a dicembre, con l'obiettivo di approvare la legge finanziaria prima di dimettersi per consentire lo svolgimento di nuove elezioni. Ipotesi scartata tanto da Di Maio che da Salvini. “Siamo in campagna elettorale” aveva detto il leader del M5s, paventando la possibilità di un ritorno alle urne a luglio. Sul voto in estate stava premendo anche Salvini, incontrando però le resistenze di Forza Italia.

Il ruolo dell'ex Cav

E proprio il ruolo del partito azzurro in un eventuale governo M5s-Lega sarà oggetto della trattativa in corso tra i due giovani leader. Di Maio non vuole Fi nell'esecutivo e ha, a più riprese, proposto un appoggio esterno. Ieri il capogruppo del Carroccio alla Camera, Giancarlo Giorgetti, aveva chiesto a Berlusconi di compiere un “gesto di responsabilità“, sinonimo evidente di quel “passo a lato” invocato da Di Maio. Non solo: Giorgetti aveva detto che un eventuale appoggio di Fi al governo del presidente avrebbe provocato la rottura dell'alleanza con Berlusconi. Messo alle strette fra l'ipotesi di un pericoloso voto estivo e l'impossibilità di mettere fuori gioco i grillini grazie all'esecutivo neutrale di Mattarella, l'ex Cav potrebbe dunque decidere di ammorbidire la sua posizione, rinunciando a far entrare il suo partito nella squadra di governo. Siamo nel campo delle ipotesi, ma, dal 4 marzo a oggi, la possibilità di un esecutivo Lega-M5s non è stata mai così vicina. 

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