Il fatto di avere due treni fermi in stazione, ad Andria, avrebbe indotto ad un automatismo il capostazione andriese, Vito Piccarreta, che ha ammesso davanti ai pm di aver fatto partire il treno ET1021 diretto verso Corato, che si è poi scontrato con il treno ET1016. Lo si apprende da fonti investigative al termine dell’interrogatorio di Piccarreta. Il convoglio fermo ad Andria e diretto verso Corato – secondo le indagini – non doveva partire perché Piccarreta sapeva che da Corato era in arrivo un altro convoglio, che lui stesso stava aspettando in stazione. Piccarreta, quindi, dopo l’arrivo in ritardo di 23 minuti ad Andria del primo treno proveniente da Corato, avrebbe agito in base ad un automatismo generato dal fatto di avere due treni fermi in stazione: ha alzato la paletta alle 10.59 e ha fatto partire entrambi i convogli, il primo verso Corato, l’altro verso Barletta.
Inoltre, durante il lungo interrogatorio l’uomo ha disconosciuto l’alterazione fatta a penna sul registro di partenza del treno dalla stazione di Andria. Lo si apprende dal difensore, Leonardo De Cesare. Quello che è scritto sotto la modifica fatta a penna sul registro cartaceo non è leggibile. La presunta alterazione riscontrata dagli investigatori riguarda i registri di viaggio della stazione di Andria e, in particolare, l’annotazione, modificata a penna in modo “evidente”, dell’orario di partenza del treno ET1021, che si è poi scontrato con quello proveniente da Corato ET1016.