Che tra Tito Boeri, presidente dell'Inps, e il governo giallo-verde non corresse buon sangue lo si era capito già nelle scorse settimane, quando il vicepremier Matteo Salvini aveva accusato l'economista di “vivere su Marte” perchè aveva invocato la necessità di immigrati per sostenere la previdenza sociale ignorando, secondo il leader della Lega, la piaga della disoccupazione che colpisce tanti giovani italiani.
L'attacco di Palazzo Chigi
In queste ore le tensioni sono tornate a salire. Il motivo? Boeri ha tuonato contro il decreto dignità, affermando come sia “sbagliato, sia un errore, irrigidire il contratto a tempo indeterminato”. E ancora: secondo i vertici pentastellati al governo sarebbe proprio dell'Istituto previdenziale la “manina” che avrebbe inserito nella relazione tecnica al provvedimento quei numeri sul calo dei contratti, che manderebbe per strada circa 8mila lavoratori. Così, dopo le tensioni con Tesoro e la Ragioneria generale dello Stato, il ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, ha specificato di non aver “mai accusato” né il ministero dell'Economia né la Ragioneria e, in un comunicato congiunto, Giovanni Tria ha scaricato la responsabilità proprio sull'Inps. Per il titolare dell'Economia i calcoli dell'Istituto riportati nella relazione sono “privi di basi scientifiche e in quanto tali discutibili”. Sugli scudi anche Matteo Salvini. “Non so se qualcuno dalla sera alla mattina ha tolto dei numeri o aggiunto dei numeri”, ha detto il vicepremier a Mosca per la finale dei Mondiali. “So che è un decreto che mira a creare nuovi posti di lavoro e so per certo che ci sono alcuni organismi, penso all'Inps, con cui non ho da fare polemiche personali, perché non mi interessano, che però hanno una visione della realtà che è assolutamente lontana da quella degli italiani, da quella del mondo del lavoro, del mondo delle pensioni”. Il segretario della Lega invita dunque Boeri alle dimissioni, perchè “se non sei d'accordo con niente delle linee politiche, economiche e culturali di un governo e tu rappresenti politicamente (perché il presidente dell'Inps fa politica) un altro modo di vedere il futuro, ti dimetti”. Tornando però sull'argomento, nella serata di ieri Di Maio ha gettato acqua sul fuoco: “Non possiamo rimuovere Boeri ora, quando scadrà terremo conto che è un presidente dell'Inps che non è minimamente in linea con le idee del governo”.
La reazione di Boeri
Da parte sua, Tito Boeri risponde così alla nota congiunta di Tesoro e Lavoro: “Le dichiarazioni contenute nella nota congiunta dei ministri Tria e Di Maio rivolgono un attacco senza precedenti alla credibilità di due istituzioni nevralgiche per la tenuta dei conti pubblici nel nostro paese e in grado di offrire supporto informativo alle scelte del Parlamento e all'opinione pubblica”. Intervistato dal Corriere della Sera, Boeri aggiunge che da Tria non si aspettava questa accusa. E aggiunge: “Se mi vogliono cacciare, mi caccino. Io, però, resto al mio posto”. Il presidente dell'Inps ha quindi accusato il Governo di fare “negazionismo economico”.