Scontro in Senato fra Forza Italia e il presidente Pietro Grasso sullo Ius Soli. Il gruppo azzurro ha contestato a Grasso l'inserimento del disegno di legge nel calendario dei lavori d'aula. Una mossa, sostengono i parlamentari di Fi, per tentare un blitz prima dello scioglimento delle Camere.
L'accusa
Il presidente dei senatori berlusconiani Paolo Romani, in una nota infuocata, dice che mettere in calendario “un tema controverso e discusso come la radicale modifica delle procedure per ottenere la cittadinanza italiana al termine di una seduta di fine legislatura è prima di tutto da irresponsabili“. Ma le parole più dure arrivano quando Romani dice che Grasso, fresco leader della sinistra, “tramutando la propria doverosa terzietà in estremismo di parte, ha voluto buttare in pasto alle polemiche di fine anno il diritto fondamentale di uno Stato, la cittadinanza”.
Replica
In ogni caso Forza Italia, promette il capogruppo, si opporrà allo Ius Soli anche nella prossima legislatura. Chiamato direttamente in causa, Grasso si difende sostenendo di non aver fatto nulla per far esaminare la legge nella seduta incriminata: “Come il presidente Romani sa bene – spiega il numero uno di Palazzo Madama – il calendario dei lavori è stabilito prima in capigruppo e poi confermato da un voto dell'aula. Nessun intervento del presidente ha alterato quanto stabilito dalla sovranità dell'assemblea“. Grasso rivendica però di essere un sostenitore dello Ius Soli. E promette che ripresenterà un disegno di legge sulla cittadinanza ai figli degli immigrati “il primo giorno della prossima legislatura“.
Difesa
Maurizio Gasparri difende la scelta di Fi dopo gli attacchi di Laura Boldrini e Cecile Kyenge. “Respingiamo al mittente le lezioni di morale – spiega -. Se la prendano con i loro compagni che volevano approvare lo Ius Soli e se ne sono andati con il trolley a consumare champagne e caviale nei villoni di Capalbio. Noi di Fi abbiamo negato il numero legale per una precisa scelta di campo. Riteniamo aberrante e demagogica la legge sullo Ius Soli e siamo orgogliosi di averne impedito l'approvazione. Eravamo in Aula e non abbiamo dato il numero legale per una scelta politica. Chi ci dà lezioni si guardi allo specchio e impartisca a se stesso lezioni di italianità e di correttezza democratica. Noi ci opponiamo al degrado del nostro ordinamento e siamo contenti di avere vinto. Brindino pure ipocritamente nei loro villoni della sinistra che preferisce il caviale e lo champagne alla coerenza nei loro errori”.