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Scioperi, Casellati: “Ridurre quelli selvaggi”

La crisi della rappresentanza, spesso evocata per la politica, ha certamente coinvolto anche l'intero ambito dei corpi intermedi. Sta di conseguenza cambiando anche la natura stessa delle rivendicazioni, non di rado poste in essere da organizzazioni autonome, portatrici di istanze micro-settoriali. Un fenomeno che non può non ripercuotersi soprattutto sugli utenti finali, a partire dalle fasce sociali più deboli, spesso quelle maggiormente danneggiate”. Lo dice la presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, nella Relazione sull'attività della Commissione di garanzia sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali

Equilibrio 

“L'esercizio del diritto di sciopero deve essere conciliato con l'esigenza di assicurare un nucleo di servizi incomprimibili, in quanto strumentali alla tutela di interessi e bisogni primari” spiega Casellati, secondo cui questo appuntamento annuale è un “momento di grande significato sul piano istituzionale perché la trasparenza e il confronto democratico sono essenziali allo svolgimento dei compiti di vigilanza e garanzia affidati alle Autorità indipendenti”. Ai cittadini dunque, prosegue, “deve essere garantito pieno accesso alle informazioni sulle condizioni di esercizio dello sciopero, perché solo attraverso una comunicazione completa e trasparente è possibile offrire agli utenti concrete alternative e opportunità di autotutela”.

Cornice regolatoria

Casellati sottolinea che “garantire che gli scioperi si svolgano all'interno di una cornice regolatoria ben definita, che impedisca l'effetto sorpresa, che limiti la durata delle azioni di protesta e che ne vieti la reiterazione improvvisa, riduce quella prospettiva dello 'sciopero selvaggio' che in passato ha generato forti contrapposizioni tra le diverse parti“. Tutti aspetti che, prosegue, “in particolare nell'era digitale e della società interconnessa, diventano fondamentali per la salvaguardia dell'autorevolezza dei corpi intermedi e di tutti i soggetti coinvolti. Rispetto al passato oggi possiamo infatti avere in tempo reale sia la mappatura dei servizi interessati dalle rivendicazioni, sia il dettaglio delle motivazioni. È anche per questo che azioni strumentali o proteste proclamate con intenti che nulla hanno a che vedere con le giuste tutele dei lavoratori, finiscono irrimediabilmente per creare un solco tra tali organizzazioni e i cittadini-utenti“.

Scioperi selvaggi

Può venir meno, mette in guardia Casellati, “quella 'reputazione' che è alla base di una corretta interazione tra lavoratori, parti sociali e collettività. Un tema che impatta quindi direttamente sugli aspetti relativi alla frammentazione della rappresentanza che, soprattutto in alcuni comparti, rappresenta un ulteriore e oggettivo elemento di criticità“. In questa direzione, aggiunge, “molto è stato oggettivamente fatto negli ultimi anni per migliorare la governance sindacale, anche grazie al senso di responsabilità delle parti sociali”. Dalle istituzioni vanno tenuti in considerazione alcuni elementi esterni. “Mi riferisco – aggiunge – alla qualità e alla tempestività nel rinnovo dei contratti, alla questione della regolamentazione degli appalti nell'ambito dei servizi pubblici locali – a partire dalla disciplina dei sub-appalti e dalla disposizione di aggiudicazione legata al massimo ribasso -, alla ragionevole tempistica dei pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni”. “Tutti elementi – sottolinea – che contribuiscono ad alimentare la conflittualità sociale, traducendosi in un triplice danno per il Paese: più disservizi per gli utenti rispetto ai livelli europei; gravi danni indiretti al sistema produttivo che dipende dai servizi, come ad esempio il settore turistico; perdita di competitività dei nostri fornitori nel contesto di mercati aperti e altamente concorrenziali. In un effetto a catena, la propensione allo sciopero può trasformarsi in un limite all'efficienza, al benessere dei cittadini, alla crescita”.

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